28--8--2021
Non ho più nemmeno compassione di me
E non so come esprimere il tormento del mio silenzio
Tutte le parole che avevo da dire si sono mutate
in stelle
Un Icaro tenta di alzarsi fino ai miei occhi
E portatore di soli ardo al centro di due nebulose
Che cosa ho fatto alle bestie teologali dell'intelligenza
In passato i morti riapparvero per adorarmi
E io speravo la fine del mondo
Ma arriva la mia col sibilo d'un uragano
Ho avuto il coraggio di guardare indietro
I cadaveri dei miei giorni
Segnano la mia strada e li piango
Alcuni si putrefanno nelle chiese italiane
O in boschetti di limoni
Che fioriscono e insieme fruttificano
In ogni stagione
Altri giorni hanno pianto prima di morire in
taverne
Dove fiori di fuoco rotavano
Negli occhi d'una mulatta inventrice della poesia
E le rose dell'elettricità s'aprono ancora
Nel giardino della mia memori
Osservo il riposo domenicale
E lodo la pigrizia
Come come ridurre
L'infinitamente piccola scienza
Che m'impongono i sensi
Uno è simile alle montagne al cielo
Alle città al mio amore
Somiglia alle stagioni
Vive decapitato la sua testa è il sole
E la luna il suo collo mozzato
Vorrei provare un ardore infinito
Mostro del mio udito tu ruggisci e piangi
Il tuono ti fa da chioma
E i tuoi artigli ripetono il canto degli uccelli
Il tatto mostruoso m'ha penetrato m'avvelena
I miei occhi nuotano lontano da me
E gli astri intatti sono i miei arbitri senza prova
La bestia dei fumi ha la testa fiorita
E il mostro più bello si desola
Nel suo sapore d'alloro
Alla svolta d'una via vidi dei marinai
Che a collo nudo ballavano al suono d'una fisarmonica
Ho regalato tutto al sole
Tutto meno la mia ombra
Le draghe le mercanzie le sirene mezze morte
Sprofondavano nella bruma dell'orizzonte i trealberi
I venti spiravano coronati d'anemoni
O Vergine segno puro del terzo mese
Nessun commento:
Posta un commento