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mercoledì 23 giugno 2021

La lingua per dire le cose da: "Aminici di Follereau "

 24--6--2021
La  lettura  di  "Fratelli    tutti"   si presenta  anche  ad alcune  considerazioni  sulla lingua  di papa  Francesco. Sono  già  usciti  diversi  volumi  , e  perfino l'Enciclopedia  Treccani  vi ha  prestato  attenzione  negli  ultimi  mesi .  Ma  non   voglio  proporvi  un saggio  sulla    comunicazione di Bergoglio, ma  solo  gli  elementi  che  emergono  dalla  semplice  lettura  del  testo dell'ultima  enciclica  . è  scritta  in Italiano  , un  italiano  di facile  lettura , comprensibile  e accessibile a  chiunque.
Non  ci sono  barriere  linguistiche  come  è ormai  d'uso ,  con l'abuso  di parole  straniere  la cui  comprensione  è data  erroneamente  per scontata  . Come  da tradizione  culturale  della Chiesa non  possono mancare  , ma  sono pochissime,  le parole  latine  e greche ; sono  però utilizzate  come   pretesto per dare  un senso  più  profondo  ai  concetti  , che  sono  spiegati  in italiano in modo  semplice e chiaro . Nessuna  tentazione  accademica  . Sicuramente  un  testo   base adatto  per ogni  tipo  di scuola , di giornalismo  .
Del resto  papa Francesco , in questa  enciclica  , come  in  altre occasioni , ritorna  spesso  sull'importanza  delle  parole  e sul loro  uso  appropriato  . L'enciclica  e totalmente  coerente  con  questa  attualissima  preoccupazione  , dettata  da  quanto  avviene  sul  social (Bergoglio  non usa  questo termine, bensì  "  comunicazione digitale ")  e non solo  . Una  nuova teologia  della  parola  senza  far  ricorso  ai  paludamenti  teologici . Anzi  si  permette  di  smentire  Sant'Agostino  sulla  "guerra  giusta"  che  oggi  "ormai  non  sentiamo". Concetto e chiarezza che  ci  riportano alla straordinaria  forza  delle parole di Follereau.

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