29--2--2024
Romagna
Sempre un villaggio , sempre una campagna
mi ride al cuore (o piange), Severino;
il paese ove , andando , ci accompagna
l'azzurra vision di S. Marino;
sempre mi torna al cuore il mio paese
cui regnarono Guidi e Malatesta,
cui tenne pure il Passator cortese,
re della strada , re della foresta.
Là nelle stoppie dove singhiozzando
va la tacchina con l'altrui covata,
presso gli stagni lustreggianti, quando
lenta vi guazza l'anitra iridata,
oh! fossi io teco; e perderci nel verde ,
e di tra gli olmi , nido alle ghiandaie,
gettarci l'urlo che lungi si perde
dentro il meridiano ozio dell' aie.
Ma da quel nido, rondoni tardive,
tutti tutti migrammo un giorno nero;
io, la mia patria or è dove si vive:
gli altri son poco lungi: in cimitero.
Così più non verrò per la calura
tra que' tuoi polverosi biancospini ,
ch'io non ritrovi nella mia verzura
del cuculo ozioso i piccolini
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