22-7-2021
" Un giorno un pescatore , attraversando una terra lontana per tornare a casa con il pescato , incontrò una donna affamata , che aveva perso tutto a causa della guerra , anche una gamba . Era disperata oltre che affamata. Il pescatore pensò:" Potrei darle uno dei miei pesci, ma domani avrebbe fame nuovamente ...potrei darle la mia canna da pesca , e insegnarle la via per il lago , ma senza una gamba sarebbe difficile arrivarci...." Il pescatore capì che non poteva andarsene senza far nulla, decise di fermarsi e di farsi aiutare proprio da questa donna a trovare la soluzione che, da solo , non poteva trovare . Scoprì che la dona aveva perso tutto per una guerra dovuta alle multinazionali che fermavano l'acqua con dighe , pescavano tutti i pesci , rubavano tutte le terre , minavano la comunità . Capì che quella distruzione sarebbe presto arrivata anche al suo villaggio , e che incontrare quella donna era una benedizione .
L'uomo aveva tanti fratelli e sorelle e fin da piccolo aveva imparato che l'unione fa la forza . Decise quindi di fermarsi un po' con lei , giusto il tempo per riunire altre donne rimaste sole, ferite, ma vive. Le donne , ritrovandosi , raccolsero le forze , condivisero le poche risorse e tante esperienze e la speranza ricominciò a germogliare e a dare i suoi frutti. Tornato a casa il pescatore condivise ciò che aveva capito , e anche la sua comunità si organizzò per contrastare la guerra. Avrebbe potuto donare un pesce e cambiare di poco la situazione . Avendo, invece, " speso" il suo tempo per capire un problema e lavorare insieme a chi aveva bisogno di solidarietà , aveva potuto cambiare la vita di una comunità lontana , e anche della sua.
Perché vi ho raccontato questa fiaba? Perché AIFO , come il pescatore , potrebbe regalare agli ultimi della terra bende , cibo, medicine, ma sa che , così facendo , la situazione non cambierebbe di molto.
Certo , in situazioni di emergenza serve anche questo tipo di aiuto, ma non basta . AIFO , infatti, non vuole solo "aiutare "; vuole capire --ascoltando gli ultimi --quali sono i problemi che minano alla base il senso stesso dell'umanità , e intervenire su quelli.
In Brasile, come in Liberia , in Mozambico o in Italia , i problemi stanno innanzitutto nella discriminazione , verso chi ha una disabilità o è colpito da una malattia , nasce femmina o povero . In questi contesti, più che, costruire ospedali , è importante , nelle comunità lontane dai centri sanitari , formare alcune persone sui diritti umani fondamentali per garantire la salute di tutta la comunità : i diritti delle persone con disabilità , delle donne e l'accessibilità a cure mediche , cibo, lavoro.
Le persone che, grazie alla formazione AIFO , diventano "agenti di salute comunitari" , non sono scelte a caso ; come la donna della fiaba , sono persone che hanno una disabilità o che sanno cosa vuol dire essere discriminate , sono persone che attivano per " fare comunità" e restituire speranza. Per AIFO decidere di lavorare proprio insieme a loro è strategico per due motivi : in primo luogo perché loro hanno esperienza delle difficoltà , dei bisogni e delle possibili soluzioni che si possono ideare , in secondo luogo perché la società , di solito , è strutturata su uno squilibrio di potere per cui alcuni comandano e guadagnano, mentre altri --la maggior parte delle persone e soprattutto quelle con disabilità e le donne --subiscono e sopravvivono nella povertà e nella mancanza di salute.
Solo se si forma un gruppo con queste ultime persone, dando loro la forza dell'unione , la consapevolezza dei diritti , lo spazio di parola e la possibilità economica per agire , si riesce a rompere lo squilibrio di potere , creando un nuovo equilibrio , quello di una comunità più giusta, inclusiva .
=Le modalità di sviluppo , fino ad oggi adottate hanno portato al disastro ambientale , e ad uno squilibrio umano fra un nord, troppo opulento, ed un sud troppo povero; cambiare le prospettive è cosa da farsi . Abbiamo noi, un dovere morale nei confronti del sud del mondo, quello di comprendere ed aiutare.
Gli sbarchi , sono un esempio di orrore che non riusciamo , ma forse non abbiamo il coraggio né le capacità per risolverlo. Non è una soluzione , la presenza di queste persone in Italia, ne è una soluzione la distribuzione di queste persone in Europa. Mi chiedo:
Un continente come l'Africa molto ricco, ma con un popolo africano incapace di saper utilizzare le proprie ricchezze per sviluppare un futuro, ed una prosperità; se viene spopolato come sta avvenendo a chi resta? Insomma dietro questo orrore chi muove le fila?
Mi viene in mente le modalità con le quali nel passato l'Europa si è appropriata dei nuovi continenti eliminando i veri padroni di quei posti. Ma ciò è storia! Oggi chi sta buttando fuori dall'Africa il popolo africano? E la pseudo ong, che dice di salvare vite umane, traghettando letteralmente africani, dalle coste delle Libia in Italia, perché non ha mai portato africani nel proprio paese ?
Salvare l'Africa e il suo popolo , in nome dell'autodeterminazione dei popoli, nel nome dei diritti veri dei popoli, vuole dire fermare questo orrore , riportare questa gente nel loro paese ed aiutarli ad essere un popolo degno di assoluto rispetto.
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