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domenica 31 ottobre 2021

Santa Maria Bambina Milano


 
La  chiesa  di  Santa  Maria  Bambina, si trova a Milano , in via Santa Sofia; il  progetto  è dell'architetto  Giovanni  Muzio. Il progetto  è come ricostruzione post bellica  del  1951  ,  1953


sabato 30 ottobre 2021

Giosue Carducci "Feste ed oblii"

30--10--2021

Urlate  , saltate, menate  gazzarra,
Rompete  la  sbarra  ---del muto  dover;
Da  ville  e da borghi, da  valli  e pendici,
Plaudite  a i  felici --di oggi  e di ier.

Su  , vergini e spose, bramose , baccanti,
Spogliate  l'Italia  di lauri e di fior,
Coprite  di  serti, di sguardi  fiammanti
Le  glorie in  parata de i  nostri  signor.

Deh  come  cavalca  su  gli  omeri  fieri
De'  baldi  lancieri---la nostra  virtù!
O  sole  di luglio , tra  i marmi  latini 
A  gli  aurei  spallini ---lusinghi  anche tu .
 
E  mobili  flutti  di fanti e cavalli
Risuonan pe  'l clivo  su  'l  foro  latin ,
E  il canto  superbo  di trombe  e  timballi
Insulta  i silenzi  del  sacro  Aventin.

Ahi  sola  de'  voti  d'un  dì  la  severa
Mia   musa, o Caprera , ---riparla  con te ,
E,  sola  e sdegnata  , de  l'orgia  romana,
Deserta Mentana,---ti  chiede  mercé.

Là  il vino , la luce, la  nota che  freme,
Ne  i nervi  , nel sangue  risveglian  l'ardor;
Qui  trema  a la  luna  con  l'aura  che  geme
Lo  stelo  riarso  d'un  povero fior.

E  altrove  la luna  del raggio  suo  puro
Illumina   il  giuro---rianima  il  sì,
Che   mormora  a un  altro  laguente  vezzosa 
La  vedova sposa ---del morto  ch'è qui,

O  empie  insolente  la camera mesta
Svegliando  a  le cure del  dubbio  diman
La  madre  che  in questo  bel  giorno  di festa 
In  vano  pe' trivi  chiedeva  del pan




mercoledì 27 ottobre 2021

Loreto Ballester

 27---10--2021
 Molte  espressioni    della  Bibbia  ruotano  intorno  allo sguardo   e alla vista . Per  loro  mezzo, Iahvè, nell' Antico  Testamento("Dio  guardò  la condizione degli Israeliti ", Es  2,27 ),  e Gesù nel Nuovo  Testamento(" Egli   vide  una grande folla  e sentì  compassione per loro..",  Mt  14,14;  "Allora  Gesù  , fissatolo  ,  lo amò" Mc 10,21), si  rivelano  a noi  come  un Dio  vicino , attento  alle situazioni storiche, che parla  agli uomini e vuole  poter  contare  su  di loro per condurre  a termine  la  sua   missione . Ma  non sempre  coloro  che  sono  passati  vicini  a Gesù l'hanno  riconosciuto ; la chiave  del riconoscimento è la fede .  Vivere  la propria fede significa prendere un cammino di  comunione e di  esperienza  di Dio , dove  la nostra  fede  si   adatti  progressivamente  alla sua, " fino  a che  Cristo sia  formato in voi"(Gal4,19),e che  facciamo  nostri  i suoi  sentimenti  , i suoi  criteri  , i suoi  interessi.
Sul  cammino  della fede  proviamo  la gioia  di colui  che  riconosce  un dono  . "La  fede  della  mia anima  è  una  luce  molto  chiara e forte . Se  attenuo  nel mio  intimo  il dono  della  mia   fede, è perché   questo  dono  possiede una luce  , un  colore .  un'intensità  che  non  so  descrivere  .  E  la mia fede cresce. I  miracoli  non mi  stupiscono  , quello  che mi stupisce  è  che  non  ce ne  siano  , o , meglio, che  noi  non ci  accorgiamo  degli  innumerevoli  miracoli  che il Signore realizza   intorno  a noi" . Ecco  quello  che  scriveva  Josefa  Segovia , una  donna  del nostro secolo responsabile  dell'insegnamento  scolastico  e formatrice  di educatori. Anche  noi  conduciamo  questa   questua  che ci  fa'  gridare come  il cieco :" Figlio di Davide ,Gesù  , abbi  pietà  di me " e:"Signore  , che io  riabbia  la vista  !", e  per mezzo della Chiesa  , prendiamo  coscienza  dei  fenomeni  che  minacciano  l'esperienza della fede nel  nostro  mondo.
Dove  trovare  Dio  , quale  via  prendere  per  affermare  la  nostra  fede? Vivere  la fede  quaggiù  richiede  un  procedimento  costante  di personalizzazione  , di  progressivo  approfondimento  di questa  esperienza  al contatto con la Parola  Divina . Per  la Chiesa  , che  , in   quanto comunità  di credenti , celebra   la fede , la fratellanza     vissuta  in comunità come  i primi cristiani , la fede  deve  incarnarsi  e trasformare  il lavoro  quotidiano  , la vita  di famiglia di tutti  i giorni, le  relazioni  umane, le strutture sociali . è  inquietandoci  nel  corso  della  storia  e  degli avvenimenti mondiali  , impegnandoci  al fianco  di  coloro  che vivono  personalmente  queste  situazioni  difficili  , così  diffuse  oggi  , di  emarginazione e di  ingiustizia  , che  noi ci  apriamo  al mistero  del Dio  vivo  , e  ci  metteremo  alla  sua  ricerca . E  per  questa  ricerca  è  necessario  che  il nostro  sguardo sia  rivolto  all'interno, verso  la   dimora  che  è per Santa  Teresa   d' Avila   il simbolo  della presenza  di Dio  nel cuore  dell'uomo , verso  la preghiera , nella  solitudine  e nel silenzio .



martedì 26 ottobre 2021

I fiori del male Charles Baudelaire "Spleen e ideale "

 26--10--2021

T'adoro  come  la volta  notturna,
o vaso  di tristezza  , o  grande  taciturna,
e più  più ti amo  bella,  quanto  più  mi sfuggi
e mi  sembri  accumulare  , ornamento
delle  mie notti  , più  ironicamente 
leghe  su  leghe  a quelle  che  dividono
le mie  braccia  dall'azzurro  infinito.
All'attacco  striscio e mi  arrampico
come  un coro  di vermi all'assalto
d'un cadavere , e --belva  implacabile e crudele!--
amo  di te  perfino  questo  gelo
per  il quale  ai miei occhi  sei bella!

I fratelli Karamazov Fedor Dostoevskij

 26----10--2021
--"Non  ridere , Rakitin, non  prenderti  gioco  , non  parlare  del defunto ; egli  è al di sopra  di tutti quelli  che  sono  sulla terra!"  gridò  Alesa  col pianto  nella voce .  "Non  mi sono   messo  a parlare  con te  come  un giudice , ma  come  l'ultimo  degli accusati . Chi  sono  io di fronte a lei?  Sono venuto  qui  per   perdermi , e dicevo  ;" Che  sia pure così!" e questo  per mia  pochezza d'animo , mentre  lei, dopo  cinque  anni di  tormenti , è  bastato  che le  si  mostrasse il primo venuto e le  dicesse una  parola  sincera,  e  tutto  ha perdonato , tutto  ha dimenticato ,  e  piange! L'uomo  che l'ha  sedotta  ha fatto  ritorno , la chiama ,  e lei  gli perdona  tutto  , e corre da lui  con gioia , e  non  prende  il coltello , non  lo prende !   No  , io non  sono così!   Non  so come  tu sia , Misa , ma  io non sono  così!  Oggi , poco  fa,  ho ricevuto  questa  lezione..... Lei  , nell'amore  , ci  è superiore .... Hai  ascoltato  da lei  , prima , quel  che  ha  raccontato?  No, non  l'hai  ascoltato  ; se  l'avessi  ascoltato  , avresti  capito  da un  pezzo  .....e  anche  quella  che è stata  offesa  ieri  l'altro  , che  anche  lei   la perdoni!  E  la perdonerà  , quando  saprà ...e lo saprà ...  Quest'anima  non è ancora  riconciliata  , bisogna  averne  riguardo ...in  quest'anima  può  racchiudersi  un tesoro....-----------------------------------------
"Ma   forse  ancora  non ho perdonato  ,"  disse  in modo  come minaccioso  , dopo  aver  abbassato  gli occhi  a terra , come  se stesse parlando  tra se . " Può  darsi  che  il mio cuore  stia  solo  pensando  di perdonare  . E io  lotterò  ancora  col  mio  cuore . Sai , Alesa , mi  sono affezionata  terribilmente  alle lacrime  di questi cinque anni .....Io forse  , mi  sono  affezionata  soltanto  all'offesa subita, e non  a lui!"

Ancora una volta , come in altri romanzi   Dostoevskij, contrappone due figure femminili, qui abbiamo Grusen'ka,   , donna vittima di una società maschilista e ipocrita, contrapposta  a  Katerina  Ivanovna, dove benessere ed orgoglio vanno di pari passo. Ma dove  il riscatto sociale della prima passerà attraverso l'amore, ma soprattutto  il perdono e la riconciliazione totale nella fede. Ancora una volta l'autore pone in primo piano una figura femminile come la peccatrice  del Vangelo.  Colei che ha troppo amato e troppo sofferto.
 Dedico questa pagina del mio post , a tutte quelle donne che hanno troppo amato e troppo sofferto.

lunedì 25 ottobre 2021

Lettere sull'educazione estetica dell'uomo Friedrich Schiller " Lettera nona"

 25--10--2021
--La  cultura  teorica  deve  produrre  quella  pratica , e  le pratica  deve  essere,  tuttavia  , condizione  della  teorica?   Ogni  miglioramento  politico  deve  prendere  le mosse dalla  nobilitazione  del carattere;  ma come  può   il carattere  nobilitarsi sotto l'influenza di una  costituzione  politica barbara?  Si dovrebbe  dunque   cercare  a questo  scopo  uno  strumento  che  non sia  fornito  dallo stato  , e  scoprire   sorgenti  che  si  conservino pure  e  limpide  in mezzo  ad ogni  corruzione  politica.
---Questo  strumento  è l'arte bella,  queste  sorgenti  si manifestano  nei suoi  capolavori  immortali.
Come la bellezza , l'arte è libera  da tutto  ciò  che è  positivo  ed introdotto  da convenzioni umane, ed  ambedue  godono di assoluta  " immunità" dagli  arbitrii degli  uomini.  Il legislatore politico  può  avversare  il loro  regno , ma  non può   dominare  in esso . Può  bandire l'amico  della verità, ma  la verità  permane  ; può  umiliare  l'artista  , ma  non  può  falsare  l'arte . Invero  nulla  è  più  comune  che  vedere l'arte  e la scienza  rendere  omaggio  allo  spirito del tempo , e il  gusto  che crea  ricevere  la legge da quello  che  giudica . Dove  il  carattere  diventa  energico  e si  consolida ,noi  vediamo  che  la scienza  custodisce  rigorosamente  i suoi   confini  e l'arte  procede  stretta  nei vincoli  delle  regole ;   dove  il   carattere  si  allenta  e si  rilascia  , la scienza tende  a  piacere  e   l'arte  a  divertire.   Per  interi  secoli  filosofi  e artisti  si sono   affaccendati  a far  penetrare  la verità  e la bellezza nelle  profondità  dell'umanità  comune ; quelli  vi periscono , ma  queste  riemergono  vincitrici  con  la loro  indistruttibile forza vitale.
L'artista  è certamente  figlio  del suo tempo ,ma  guai  a lui  se  ne è  del  pari  l'alunno  o,   peggio  , il favorito!  Una  benefica   divinità strappi  per tempo  il poppante  dal  seno  di  sua madre  , lo  nutra  col latte  di un  tempo  migliore  e lo  faccia  maturare  fino  all'età  virile  sotto  il  lontano  cielo  della Grecia. Quando  poi  è  diventato  uomo  , ritorni  egli  nel  suo  secolo  come  straniero  ;  non  per  rallegrarlo con  la sua  apparizione  , ma , terribile  come  il figlio  di Agamennone , per  purificarlo  . Egli  prenderà  certamente la   materia   dal  presente  , ma  la forma  da un  tempo  più  nobile  , anzi  al di  là   di ogni tempo , dall'assoluta  immutabile  unità  del suo  essere .   Qui  dal  puro  etere  della  sua  natura  celeste sgorga  la  sorgente  della  bellezza  , incontaminata dalla  corruzione  delle   generazioni  e dei  tempi  , che  turbinano  profondamente  in   cupi  vortici  sotto  di lei . Il  capriccio  può  disonorare  la sua   materia, così   come   l'ha  nobilitata , ma  la casta  forma  è   sottratta  ad ogni  mutamento.   Il  Romano del  primo secolo  aveva  già  da tempo  piegato  il ginocchio   davanti  ai suoi  imperatori  , quando  le statue  degli dei  stavano  ancora  ritte; i templi  rimanevano  ancora  sacri  all'occhio  , quando  già  da  lungo  tempo  gli dei  erano  oggetto  di scherno , e  alle  infamie  di un Nerone o di un  Commodo gridava vergogna il  nobile  stile  dell'edificio  che le   accoglieva  .  L'umanità  ha  perduto   la sua dignità  , ma  l'arte  l'ha   salvata  e  custodita  in  marmi  ricchi  di significato ;  la verità  continua  a vivere  nell'illusione  , e  dalla  copia  sarà  ricostruito  l'originale . Come  la nobile  arte  sopravvisse    alla  nobile  natura  , così  anche  la  precede  nell'ispirazione  , plasmando  ed eccitando  .  Prima   ancora  che  la verità  mandi  la  sua  luce  vittoriosa nelle profondità  dei cuori  , la  forza  della  poesia  ne  raccoglie  i raggi  , e  le  vette  dell'umanità  risplenderanno, quando  ancora  la  notte  umida  regnerà  nelle valli.
Ma  come  può  l'artista    salvarsi  dalla corruzione del suo  tempo,  che lo  circonda  da ogni parte?  Disprezzandone il  giudizio .  Guardi  in alto  verso  la dignità  e la  legge  , e  non  in basso  verso  la felicità  ed il bisogno .  Ugualmente  libero  dal    vano  affaccendarsi  che  vorrebbe  imprimere  la sua  impronta  all'istante  fuggevole  , e  dalle  impazienze  di uno   spirito  visionario , che  applica  al  misero  parto del  tempo  la misura  dell'assoluto ;    abbandoni  la sfera  del reale  all'intelletto, che  ivi   è  nel suo regno, e tenda  invece  a produrre   l'ideale  dall'unione  del possibile  col  necessario  . Egli  imprima  questo  ideale  nell'illusione    e nella  verità  , nei  giochi  della  sua  fantasia   e nella  serietà  delle sue  azioni , in tutte  le forme   sensibili  e spirituali  , e  lo  lanci  poi  tacitamente  nel tempo  infinito.
Ma  non  a ciascuno  , cui  arde  nell'anima  questo ideale  , è  concessa  la calma del genio  creatore  e il  senno  grande  e  paziente  , per  imprimere  l'ideale  nella  pietra  muta  o  trasfonderlo  nella parola  fredda  e  confidarlo  poi  nelle  mani  fedeli  del tempo . Troppo  impetuoso  per procedere   attraverso  questo  mezzo tranquillo , spesso  il divino  istinto  creatore  si  precipita  immediatamente  sul presente  e sulla  vita  attiva ,  e si  accinge  a trasformare  la materia  informe  del mondo morale  .  All'uomo   insensibile  parla  l'infelicità  del genere  umano , e  più  ancora  la sua  degradazione ;  l'entusiasmo  si  infiamma  e  l'ardente  desiderio  delle  anime  forti  tende  con  impazienza  all'azione  . Ma  si è  egli  domandato  se questi disordini  nel  mondo  morale  offendono  la sua  ragione o non   piuttosto  il suo  amor proprio ?  Se  l'ignora   può  riconoscerlo dall'ardore  con cui  egli  si sforza  di  raggiungere  determinati  e  precipitati  effetti.  Il  puro  istinto  morale  è  diretto  all'assoluto  ;  per esso  non  esiste  tempo  e  l'avvenire  gli  diventa  presente non appena  deve  necessariamente  svilupparsi  dal   presente  .  Per  una  ragione  senza  limiti  ,  indirizzarsi  ad un  fine  è  nello  stesso tempo  raggiungerlo ;  e la  via  è  percorsa  non  appena  vi ci  siamo  incamminati.
Perciò   ad un giovane  amico  della verità  e della bellezza, che  voglia  sapere   da me  come  debba   soddisfare  il nobile  istinto  che  è  nell'animo  suo  malgrado  tutta   la resistenza del secolo  , risponderò dunque: da  al mondo  su cui agisci la "direzione"  verso il bene  , e  il tranquillo ritmo del  tempo  porterà  il risultato  . Gli  avrai  dato  questa   direzione, se  insegnando  innalzi  i suoi  pensieri  al necessario  e  all'eterno, se  operando  e creando  trasformi  il necessario  e  l'eterno  in un oggetto  dei  suoi  istinti. Cadrà l'edificio dell'illusione e  dell'arbitrio , deve  cadere  ; anzi  è già  caduto  , non  appena   tu sei  sicuro  che  esso  vacilla  ; esso   può  vacillare   nell'uomo   interiore , non  solo  in quello  esteriore . Educa   la verità  trionfante  nel  silenzio  pudico  dell'animo tuo,  manifestala   fuori   di te  nella bellezza , affinché   non solo  il pensiero  le renda   omaggio , ma anche  il senso  accolga   onorevolmente la sua apparizione.
  E   affinché   non ti accada  di  ricevere  dalla  realtà  il modello  che  tu devi  dare  a lei, non  avventurarti  nella  sua  pericolosa  compagnia  prima  di  esserti  assicurata  una  scorta  ideale  nel  tuo cuore.  Vivi   col  tuo  secolo  , ma  non  essere  la sua creatura ; lavora  per  i tuoi  contemporanei , ma  in quello  di cui  essi  hanno bisogno , non  in quello  che   lodano. Senza  aver  diviso  la loro  colpa  , dividi  con  nobile  rassegnazione  i loro  castighi , e piegati  con libertà  sotto  il giogo  che  ugualmente  male  essi   portano  o non  portano.  Col  coraggio  costante  con cui  tu  disprezzi  la loro  felicità  dimostrerai  loro  che  non  ti  sottoponi  alle  loro  sofferenze  per viltà . Pensa gli uomini come  dovrebbero  essere  , se  devi  agire  su  di loro  , ma  come  sono  , se  sei  tentato  di operare   per essi . Cerca  la loro  approvazione  dalla  loro dignità, ma misura  la loro  felicità dalla loro  indegnità ;  da una  parte  così  la tua  nobiltà  susciterà  la loro  , dall'altra  la loro  viltà  non  frustrerà  il  tuo  scopo . La  severità  dei  tuoi  principi li  allontanerà  da te  spaventati  , ma  nel  gioco  li tollereranno  ancora ; il loro  gusto  è più  casto  del  loro cuore  e da  questo  lato  tu devi  afferrare  il  fuggiasco  pauroso . Invano  combatterai  le loro  massime  , invano  ne condannerai  le azioni , ma  potrai  sperimentare la tua  mano  educatrice  nel  loro  ozio.  Scaccia  l'arbitrio  , la  frivolezza , la  rozzezza  dai  loro  divertimenti  ;  così  inavvertitamente   bandirai  questi  difetti  anche   dalle  loro azioni e finalmente  dai  loro sentimenti . Dovunque  li  trovi  , circondali  di forme  nobili  , grandi , geniali ;  accerchiali  da ogni  parte  di simboli  dell'eccellente , finché  la  parvenza  vinca  la realtà, e l'arte  la natura.



sabato 23 ottobre 2021

Una simpatica canaglia

 23--10--2021
Il mondo   popolare  siciliano , è  ricco  di  una umanità  variegata; un mondo di essere , di esistere, che attrae , e   che la penna  dei grandi scrittori siciliani, ha reso universale, raccontando, vizi e virtù.
Immagini, di una  umanità sofferente , chiusa  in  un  destino inesorabilmente  avverso , come  :Rosso  Malpelo, Nedda, verghiani;  Ciaula , pirandelliano; figure  di commedia , vere caricature dei vizi e virtù di  questo popolo , come  nelle commedie   popolari di Nino Martoglio.
In tutti  è presente , la Sicilia , che diventa  così metafora della vita umana.
Il quartiere  del " Carmine" di Belpasso, era ,nella mia infanzia , ricco di umanità ,uomini e donne che  sembravano  ,uscire  , dai romanzi  , dei grandi scrittori ,siciliani. Oggi,  il quartiere , senza  queste  persone  , è  vuoto, silenzioso, svuotato, dalla vita, morto!
Ho vissuto  , la mia infanzia , come  spettatrice  , di un  palcoscenico,  costituito dalla strada.  Una  commedia umana, dove  il testo ,era  costituito  , dallo svolgersi  della vita  quotidiana , dei protagonisti.  Allegria,  bambini che giocavano, litigi di adulti. Di  tutti  i personaggi, la figura  che spiccava  ,quella che dava  l'impronta  , profonda  , originale , alla commedia , era lei:" Micia  la  fuliara".  La   ricordo, come  una  donna  non giovane , alta,  che  da giovane  doveva essere piacente . Ricordo , il suo volto  ,il suo sorriso , i suoi  occhi , il suo sguardo , che  diceva a tutti , che lei  era  l'unica , incontrastabile , regina  del   quartiere ; colei ,che  furbacchiona  sapeva  , gestire  , la  sua vita,  e quella  del quartiere. Era  l'immagine  , di una   signora   volpe astuta.
Erano  , famosi, e quasi attesi da tutti ,nel quartiere, le sue continue , riconciliazioni , alternati  da violenti litigi, e conseguenti separazioni , con il marito, il buon Michele, e  la madre di lui, cioè  la suocera.
Le riconciliazioni, coincidevano, con  la presenza  di  notevoli somme  di denaro,  nelle mani , o del marito  o della suocera, ed i  litigi , quando  i soldi finivano.
Ricordo, nelle giornate  calde , di quelle  belle estati  siciliani, di altri tempi, il chiasso  , nelle  ore calde, e  alla sera , davanti  al suo uscio , con tante persone sedute tranquille; e poi  all'improvviso , la sua  voce  adirata, e ad alto volume , e l'inizio  delle scene di litigi, con  quelli  , che  erano sedute , con lei.  Erano  , uniche , le litigate  con altre donne del quartiere , perché erano movimentate, da una  corsa  e rincorsa , come fanno  i ragazzi quando litigano.
Era  una donna , in grado  di affrontare , progetti tetanici, e di  portarli a  compimento , anche senza capitali , perché  lei  aveva il dono, di  sapere  truffare  , gabbare  tutti.  Nonostante  tutto,  lei riusciva a suscitare  , una  simpatia  tale , da  indurre a  perdonare  le sue malefatte.  è stato, grande lo stupore , di tutti, quando  , questa  donna  in tarda età , si  avvicinò alla chiesa , ed in particolare  alla chiesetta  del Carmine.    Nessuno credette , ad una  sua conversine ; ma   questo nuovo ruolo finì  per essere accettato   da tutti , con le  dovute  riserve; dopo tutto , il grande  capo  , incontrastato , del quartiere era lei.
Così , divennero , attese,  perché inevitabili, le sue litigate , nel corso  della quindicina della Madonna del Carmelo.
Ciò che mi fa sorridere, non è  tanto  lei, per la quale ho da sempre nutrito  , una  simpatia; ma l'elogio funebre , ed  il ricordo , che  i sacerdoti hanno  presentato , per  Micia  detta " la fuliara"  , divenuta , la signora Costanzo.
Un 'immagine , che  mi porta  ad  una famosa pagina  del  " Decamerone"  del Boccaccio.   E con molta  probabilità , dall'al di là la nostra astuta  volpe , si  fa  una risata , come sapeva  fare , più con  gli occhi , che con la bocca.




venerdì 22 ottobre 2021

Sant'Agostino

 22--10--2021
"Il Figlio  dell'uomo  non è venuto  per essere  servito  ma  per servire".  Colui  che è  a capo  del popolo  deve  per prima  cosa   capire  che egli  è il servo  di tutti . Che  egli  non disdegna  il   compito  di essere il servo  di tutti ; poiché Cristo  , Signore  dei  signori  , non  ha  disdegnato  mettersi  al nostro  servizio . Una  dinamica  dettata   dalla  carne  aveva  insinuato  nei discepoli un  desiderio  di grandezza.
Ma  il Signore , medico , era  là ; a  respingere  la loro  presunzione . Egli  mostra  loro  un piccolo  bambino  , esempio  di umiltà . Poiché   l'orgoglio  è un  grande  male, il primo  male , origine  di  ogni  peccato  . Così  l'apostolo  raccomanda  ai  responsabili   della  Chiesa  , tra  tutte  le virtù  , l'umiltà . "Chi  vuole  essere  grande  tra voi  --spiega--si faccia  vostro  servitore ".
Fratelli , vi  parlo  come  vescovo , e i  miei consigli mi fanno  temere per me stesso, ricordando  il  monito dell'apostolo :" Io  corro , ma  non come  chi è senza  meta ;  faccio  il pugilato , ma  non come  chi  batte  l'aria, anzi  tratto  duramente  il mio  corpo e lo  trascino  in schiavitù  perché  non succeda  che,  dopo  avere  predicato  agli   altri  , venga  io stesso  squalificato "(1 Cor  9,26-27). Ecco  come  egli  ha servito  , e come  ci  chiede  di  servire  . Gesù  ha  dato  la sua vita  ;  egli   ci ha  riscattati  ;  chi  di  noi  può  riscattare qualcuno?  è   per mezzo    della sua morte , del suo sangue , che  siamo  stati  riscattati  dalla morte . Noi  eravamo  limitati  alla terra  , e,  attraverso  la sua umiltà  , siamo   stati  innalzati  ; l'apostolo  Giovanni ci  invita  ad  imitarlo :" Cristo  ha dato  la sua vita  per noi  ;  quindi  anche  noi  dobbiamo  dare  la vita per i fratelli"(1Gv 3,16)

giovedì 21 ottobre 2021

Dante Alighieri "Divina Commedia" Inferno= 5° Canto

 21--10--2021
    Così  discesi  del cerchio  primo
giù  nel secondo , che  men loco cinghia
e tanto  più  dolor , che  punge  a  guaio.
        Stavvi  Minòs  orribilmente  , e  ringhia;
essamina  le colpe ne  l'intrata;
giudica e  manda  secondo  ch'avvinghia.
        Dico  che  quando  l'anima mal  nata
li vien  dinanzi  , tutta  si confessa;
e quel  conoscitor  de  le  peccata
        vede  qual  loco  d'inferno  è da  essa;
cignesi  con  la coda tante  volte
quantunque gradi  vuol  che  giù  sia  messa.
        Sempre  dinanzi  a lui  ne  stanno  molte;
vanno  a vicenda  ciascuna  al giudizio ,
dicono  e odono  , e poi son  giù  volte.
        "O  tu  che vieni   al doloroso ospizio ",
disse Minòs  a me    quando  mi vide,
lasciando  l'atto  di contanto  offizio ,
        "guarda  com'entri  e di cui  tu ti  fide;
non  t'inganni  l'ampiezza  de  l'intrare!".
E  'l duca  mio  a lui :"Perché  pur gride?
        Non  impedir  lo suo  fatale  andare ;
vuolsi  così  colà  dove  si puote
ciò  che si vuole, e  più  non  dimandare ".
        Or  incomincian  le dolenti  note
a   farmisi  sentire: or  son  venuto 
là  dove  molto pianto  mi percuote.
        Io  venni  in loco d'ogne luce muto,
che   mugghia  come  fa  mar  per tempesta,
se   da  contrari venti  è  combattuto .
        La  bufera  infernal , che  mai  non  resta,
voltando  e  percotendo  lì  molesta.
        Quando  giungon  davanti  a  la ruina,
quivi  le  strida  , il  compianto  , il lamento ;
bestemmian  quivi  la virtù divina.
        Intesi  ch'a  così  fatto  tormento
enno  dannati  i  peccator carnali ,
che  la  ragion  sommettono al talento.
        E   come  lì  stornei  ne portan  l'ali
nel freddo  tempo  , a   schiera  larga e piena,
così  quel fiato  lì  spiriti  mali
        di  qua  , di là  , di giù , di sù li  mena ;
nulla  speranza li  conforta mai,
non  che  di  posa  , ma  di minor pena.
        E  come  i  gru   van  cantando  lor  lai,
faccendo  in  aere  di  sé  lunga  riga,
così  vid'io  venir  , traendo  guai,
        ombre  portate  da  la  detta  briga;
per  ch'i'  dissi:" Maestro, chi  son quelle 
genti  che  l' aura  nera  si  gastiga?".
        "La  prima  di color  di cui  novelle
tu   vuo' saper ",  mi disse  quelli  allotta,
"fu  imperadrice  di molte  favelle.
        A  vizio  di lussuria  fu  sì  rotta,
che libido  fé licito  in sua  legge,
per  tòrre  il  biasmo  in  che era condotta.
        Ell'è Semiramis  , di  cui   si legge
che succedette  a  Nino  e fu  sua sposa ;
tenne  la terra  che  'l  Soldan  corregge.
        L'altra  è  colei  che  s'ancisse  amorosa,
e ruppe  fede  al  cener  di Sicheo;
poi  è  Cleopatràs  lussuriosa .
        Elena  vedi,  per cui  tanto  reo 
tempo  si volse  , vedi  'l  grande  Achille,
che  con  amore al fine  combatteo.
        Vedi  Paris , Tristano ";  e più  di mille
ombre  mostrommi  e  nominommi  a dito,
ch'amor  di nostra  vita  dipartille.
        Poscia  ch'io  ebbi  'l mio  dottore  udito 
nominar  le donne  antiche e' cavalieri,
pietà  mi giunse  , e  fui  quasi  smarrito.
        I'  cominciai   :"Poeta  ,  volentieri
parlerei  a quei  due  che  'nsieme  vanno,
e paion   si  al vento  esser  leggieri".
        Ed  elli  a me" Vedrai  quando  saranno 
più  presso  a noi  , e tu   allor li  priega 
per  quello  amor  che  i  mena  , ed  ei  verranno".
        Si  tosto  come  il vento  a noi  li piega,
mossi  la voce  :"O  anime  affannate,
venite  a noi  parlar  , s'altri  nol  niega!".
            Quali  colombe  dal  disio  chiamate
con  l'ali  alzate  e ferme al  dolce  nido
vegnon  per  l'aere  , dal  voler  portate;
            cotali  uscir  de la  schiera  ov'è  Dido,
a  noi   venendo  per  l'aere  maligno,
si forte  fu  l'affettioso  grido,
            "O  animal  grazioso e benigno
che  visitando  vai  per  l'aere  perso 
noi  che   tignemmo  il mondo  di sanguigno,
            se  fosse  amico  il re  de  l'universo,
noi  pregheremo  lui  de  la tua pace,
poi  c'hai  pietà  del nostro  mal perverso.
            Di quel  che  udire  e  che  parlar  vi piace,
noi  udiremo  e parleremo  a voi,
mentre  che  'l vento  , come  fa,  ci  tace.
            Siede    la terra  dove  nata  fui
su  la marina  dove  'l Po  discende
per  aver  pace  co' seguaci  sui.
            Amor, ch'al cor  gentil  ratto  s'apprende,
prese  costui  de la  bella  persona
che  mi fu  tolta ;  e  'l modo ancor  m'offende.
            Amor  , ch'a  nullo  amato  amar  perdona ,
mi  prese  del  costui  piacer  sì forte  ,
che, come  vedi,  ancor  non  m'abbandona.
            Amor  condusse  noi  ad  una morte ,
Caina  attende  chi  a vita  ci  spense".
Queste  parole  da  lor  ci  fuor  porte .
            Quand'io   intesi  quell'anime offese,
china' il viso  , e  tanto  il   tenni  basso,
fin  che 'l poeta  mi disse: "Che  pense?".
                Quando  rispuosi,  cominciai :"Oh lasso,
quanti  dolci  pensier  , quanto  disio
menò  costoro  al doloroso  passo!".
            Poi  mi rivolsi  a loro e  parla 'io,
e cominciai :"Francesca, i tuoi martìri
a  lagrimar  mi fanno tristo e pio.
        Ma  dimmi  : al  tempo  d'i  dolci  sospiri,
a che  e come  concedette amore
che  conosceste  i dubbiosi  disiri?".
        E  quella  a me: "Nessun  maggior  dolore
che  ricordare del tempo  felice
ne  la miseria; e ciò  sa  'l tuo  dottore .
        Ma  s'a  conoscer  la prima radice 
del  nostro  amor tu  hai  cotanto  affetto,
dirò  come  colui  che  piange  e dice.
        Noi  leggiavamo  un  giorno  per diletto
di  Lancialotto  come  amor  lo strinse;
soli  eravamo  e sanza  alcun  sospetto.
        Per  più  fiate  li occhi  ci sospinse
quella  lettura  , e scolorocci  il viso;
ma  solo  un punto  fu  quel  che ci  vinse.
            Quando  leggemmo il  disiato  riso
esser  basciato  da  cotanto  amante,
questi  , che  mai  da me  non  fia  diviso,
        la  bocca  mi  basciò  tutto  tremante.
Galeotto  fu 'l libro e chi lo scrisse;
quel  giorno  non  vi leggemmo  avante ".
        Mentre  che  l'uno  spirto  questo  disse,
l'altro  piangea ; si  che  di pietade
io  venni  men  così  com'io morisse.
        E  caddi  come  corpo  morto cade.
 









 

        





martedì 19 ottobre 2021

Rainer Maria Rilke Poesie: " Canto del mare (Capri. Piccola Marina) "

 19--10--2021
Soffio  antichissimo  del mare ,
vento  del mare  a notte;
            a  nessuno  tu vieni;
per chi  vegli
resisterti
è  una prova :
        soffio  antichissimo  del mare 
che    spiri

quasi  solo  per rocce primordiali,
nient'altro  che spazio 
trascinando  con te   da lontano....

            Oh,  come  ti  sente  una
    pianta  di fico  gravida  di gemme
    alta  nella luna

lunedì 18 ottobre 2021

Fedor Dostoevskij "I fratelli Karamazov"

 18--10----2021
"Cos'è   l'inferno?.  Così  ragiono: "La   sofferenza  di non  poter  più amare". Una volta  , nell'infinito  dell'essere ,  non  misurabile  né  nel tempo  né  nello spazio, a   una creatura  spirituale  venne  data , alla  sua  comparsa sulla terra  , la capacità  di dire a sé:" Io sono , e  io amo".   Una volta  , una volta  soltanto  fu  a lei  dato  un attimo  di  amore  attivo, vivo, e per   questo  venne  data  la vita  terrena  , e con essa  il  tempo  e i termini , e che  accadde?  Questa  felice creatura  respinse  il dono  inestimabile , non  gli diede   valore, non l'amò , lo  guardò  beffarda e ne  rimase insensibile . Una   simile creatura , ormai allontanatasi dalla terra , scorge anche  il Seno di  Abramo , e   con  Abramo conversa , come  ci è  mostrato  nella  parabola  del ricco  e di Lazzaro, e  contempla  il paradiso, e  può  salire  al Signore,  ma  proprio  di questo  si tormenta , che  salirà al  Signore ,  senza  aver  amato  , e  che   entrerà  in contatto con coloro  che hanno  amato , lei  che  il  loro  amore  ha disprezzato . Poiché  vede  chiaramente  e già  da sola  dice  a se stessa:"  Oggi  ormai  ho la conoscenza  , e per  quanto   adesso  abbia  brama  d'amare , ormai  questo  amore  non sarà  ,  né  saranno  sacrifici , poiché  la mia  vita  terrena  è  terminata  e Abramo non verrà  a calmare  nemmeno  con  una goccia   d'acqua  viva (ovvero  di  nuovo  col dono  della  vita terrena e  attiva  di un tempo) la fiamma  della  sete  dell'amore  spirituale , della  quale  adesso  ardo, dopo  averla  disdegnata  sulla  terra; ormai  non  c'è  più  vita,  e non  ci  sarà  più  tempo!  Anche  se  sarei  felice di dare  la mia vita  per gli altri  , ormai  non è più  possibile , poiché  questa  vita,  che  avrei  potuto  immolare   all'amore  , è  trascorsa , e  adesso c'è  un baratro tra quella  vita   e la mia  esistenza ". Si  parla   delle fiamme dell'inferno in  modo  materiale  non indago  questo mistero , e  ne  ho  paura , ma  penso  che anche  se le fiamme  fossero  materiali ,  in verità  le  si  accoglierebbe  con gioia , poiché  ritengo   che  nel tormento   materiale  si possa almeno  per un istante  dimenticare   quel   terribile  tormento  dello spirito.  E  togliere  ai  dannati  questa   pena  dello spirito  è impossibile  , poiché   tale  tormento  non è   all'esterno  , ma  è dentro  di loro.   E  anche  se fosse  possibile   toglierlo  , allora, penso  , per   questo  diventerebbero  ancor  più  amaramente  infelici.   Poiché anche se i giusti  del paradiso   perdonassero  loro,  contemplandone  le pene, e li  chiamassero   a sé  , amandoli  di un amore  sconfinato  , comunque   ancor   più  aumenterebbero  le pene  , perché in   loro   si risveglierebbe  con  maggior forza   la fiamma  della  sete  dell'amore    reciproco, attivo e riconoscente  , che  ormai  è impossibile .   Con  tutta   la timidezza  del mio cuore  penso  tuttavia  che la  coscienza  stessa   di questa  impossibilità  servirebbe  loro,  alla fine  ,   anche  da sollievo  , poiché  , accettando  l'amore  dei giusti  senza   avere  la possibilità  di contraccambiarlo  ,  in questa   arrendevolezza  e in  questo  atto  di sottomissione  scorgerebbero  alla fine  una  sorta  di  parvenza  di quell'amore  attivo  che  su  questa terra avevano  disdegnato, e  una sorta  di azione  simile  ai  suoi effetti.--------------------------------------Oh , ci  sono  anche  all'inferno  quelli  che sono  rimasti orgogliosi e feroci ,nonostante  la conoscenza  indiscutibile   e la   contemplazione  di una  verità  ineluttabile  ; ci sono  i terribili  ,  che  si sono  completamente  uniti    a  Satana  e  al  suo spirto   orgoglioso. Per  costoro  l'inferno  è qualcosa  di  pienamente  accettato  , ed essi  non  ne sono  mai sazi, sono  dei martiri  volontari. Poiché  essi stessi  si sono  maledetti  , maledicendo  Dio e la vita . Si  nutrono  del loro orgoglio  rabbioso , come  se   un affamato  nel deserto  si mettesse  a succhiare  il sangue   dal proprio corpo .  Ma  sono  insaziabili  nei secoli dei  secoli, e respingono  il perdono  , e maledicono  Dio,  che  lì  chiama     a   sé. Non  possono   contemplare  il Dio  vivente  senza  odio , e  vorrebbero  che  non ci fosse il Dio  della vita  , e  che Dio  distruggesse  se stesso e tutto  quel  che ha creato . E  bruceranno  nel fuoco  della loro ira  in eterno,  brameranno  la morte  e  il non  essere  . Ma  la morte  non sarà loro  concessa.........

=  trovo sempre più grande  Dostoevskij, mi piacerebbe tanto che chi legge il mio post, abbia la possibilità di riflettere, proprio su questo brano.