La chiesa di Santa Maria Bambina, si trova a Milano , in via Santa Sofia; il progetto è dell'architetto Giovanni Muzio. Il progetto è come ricostruzione post bellica del 1951 , 1953
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domenica 31 ottobre 2021
Santa Maria Bambina Milano
La chiesa di Santa Maria Bambina, si trova a Milano , in via Santa Sofia; il progetto è dell'architetto Giovanni Muzio. Il progetto è come ricostruzione post bellica del 1951 , 1953
sabato 30 ottobre 2021
Giosue Carducci "Feste ed oblii"
30--10--2021
Urlate , saltate, menate gazzarra,
Rompete la sbarra ---del muto dover;
Da ville e da borghi, da valli e pendici,
Plaudite a i felici --di oggi e di ier.
Su , vergini e spose, bramose , baccanti,
Spogliate l'Italia di lauri e di fior,
Coprite di serti, di sguardi fiammanti
Le glorie in parata de i nostri signor.
Deh come cavalca su gli omeri fieri
De' baldi lancieri---la nostra virtù!
O sole di luglio , tra i marmi latini
A gli aurei spallini ---lusinghi anche tu .
E mobili flutti di fanti e cavalli
Risuonan pe 'l clivo su 'l foro latin ,
E il canto superbo di trombe e timballi
Insulta i silenzi del sacro Aventin.
Ahi sola de' voti d'un dì la severa
Mia musa, o Caprera , ---riparla con te ,
E, sola e sdegnata , de l'orgia romana,
Deserta Mentana,---ti chiede mercé.
Là il vino , la luce, la nota che freme,
Ne i nervi , nel sangue risveglian l'ardor;
Qui trema a la luna con l'aura che geme
Lo stelo riarso d'un povero fior.
E altrove la luna del raggio suo puro
Illumina il giuro---rianima il sì,
Che mormora a un altro laguente vezzosa
La vedova sposa ---del morto ch'è qui,
O empie insolente la camera mesta
Svegliando a le cure del dubbio diman
La madre che in questo bel giorno di festa
In vano pe' trivi chiedeva del pan
mercoledì 27 ottobre 2021
Loreto Ballester
27---10--2021
Molte espressioni della Bibbia ruotano intorno allo sguardo e alla vista . Per loro mezzo, Iahvè, nell' Antico Testamento("Dio guardò la condizione degli Israeliti ", Es 2,27 ), e Gesù nel Nuovo Testamento(" Egli vide una grande folla e sentì compassione per loro..", Mt 14,14; "Allora Gesù , fissatolo , lo amò" Mc 10,21), si rivelano a noi come un Dio vicino , attento alle situazioni storiche, che parla agli uomini e vuole poter contare su di loro per condurre a termine la sua missione . Ma non sempre coloro che sono passati vicini a Gesù l'hanno riconosciuto ; la chiave del riconoscimento è la fede . Vivere la propria fede significa prendere un cammino di comunione e di esperienza di Dio , dove la nostra fede si adatti progressivamente alla sua, " fino a che Cristo sia formato in voi"(Gal4,19),e che facciamo nostri i suoi sentimenti , i suoi criteri , i suoi interessi.
Sul cammino della fede proviamo la gioia di colui che riconosce un dono . "La fede della mia anima è una luce molto chiara e forte . Se attenuo nel mio intimo il dono della mia fede, è perché questo dono possiede una luce , un colore . un'intensità che non so descrivere . E la mia fede cresce. I miracoli non mi stupiscono , quello che mi stupisce è che non ce ne siano , o , meglio, che noi non ci accorgiamo degli innumerevoli miracoli che il Signore realizza intorno a noi" . Ecco quello che scriveva Josefa Segovia , una donna del nostro secolo responsabile dell'insegnamento scolastico e formatrice di educatori. Anche noi conduciamo questa questua che ci fa' gridare come il cieco :" Figlio di Davide ,Gesù , abbi pietà di me " e:"Signore , che io riabbia la vista !", e per mezzo della Chiesa , prendiamo coscienza dei fenomeni che minacciano l'esperienza della fede nel nostro mondo.
Dove trovare Dio , quale via prendere per affermare la nostra fede? Vivere la fede quaggiù richiede un procedimento costante di personalizzazione , di progressivo approfondimento di questa esperienza al contatto con la Parola Divina . Per la Chiesa , che , in quanto comunità di credenti , celebra la fede , la fratellanza vissuta in comunità come i primi cristiani , la fede deve incarnarsi e trasformare il lavoro quotidiano , la vita di famiglia di tutti i giorni, le relazioni umane, le strutture sociali . è inquietandoci nel corso della storia e degli avvenimenti mondiali , impegnandoci al fianco di coloro che vivono personalmente queste situazioni difficili , così diffuse oggi , di emarginazione e di ingiustizia , che noi ci apriamo al mistero del Dio vivo , e ci metteremo alla sua ricerca . E per questa ricerca è necessario che il nostro sguardo sia rivolto all'interno, verso la dimora che è per Santa Teresa d' Avila il simbolo della presenza di Dio nel cuore dell'uomo , verso la preghiera , nella solitudine e nel silenzio .
martedì 26 ottobre 2021
I fiori del male Charles Baudelaire "Spleen e ideale "
26--10--2021
T'adoro come la volta notturna,
o vaso di tristezza , o grande taciturna,
e più più ti amo bella, quanto più mi sfuggi
e mi sembri accumulare , ornamento
delle mie notti , più ironicamente
leghe su leghe a quelle che dividono
le mie braccia dall'azzurro infinito.
All'attacco striscio e mi arrampico
come un coro di vermi all'assalto
d'un cadavere , e --belva implacabile e crudele!--
amo di te perfino questo gelo
per il quale ai miei occhi sei bella!
I fratelli Karamazov Fedor Dostoevskij
26----10--2021
--"Non ridere , Rakitin, non prenderti gioco , non parlare del defunto ; egli è al di sopra di tutti quelli che sono sulla terra!" gridò Alesa col pianto nella voce . "Non mi sono messo a parlare con te come un giudice , ma come l'ultimo degli accusati . Chi sono io di fronte a lei? Sono venuto qui per perdermi , e dicevo ;" Che sia pure così!" e questo per mia pochezza d'animo , mentre lei, dopo cinque anni di tormenti , è bastato che le si mostrasse il primo venuto e le dicesse una parola sincera, e tutto ha perdonato , tutto ha dimenticato , e piange! L'uomo che l'ha sedotta ha fatto ritorno , la chiama , e lei gli perdona tutto , e corre da lui con gioia , e non prende il coltello , non lo prende ! No , io non sono così! Non so come tu sia , Misa , ma io non sono così! Oggi , poco fa, ho ricevuto questa lezione..... Lei , nell'amore , ci è superiore .... Hai ascoltato da lei , prima , quel che ha raccontato? No, non l'hai ascoltato ; se l'avessi ascoltato , avresti capito da un pezzo .....e anche quella che è stata offesa ieri l'altro , che anche lei la perdoni! E la perdonerà , quando saprà ...e lo saprà ... Quest'anima non è ancora riconciliata , bisogna averne riguardo ...in quest'anima può racchiudersi un tesoro....-----------------------------------------
"Ma forse ancora non ho perdonato ," disse in modo come minaccioso , dopo aver abbassato gli occhi a terra , come se stesse parlando tra se . " Può darsi che il mio cuore stia solo pensando di perdonare . E io lotterò ancora col mio cuore . Sai , Alesa , mi sono affezionata terribilmente alle lacrime di questi cinque anni .....Io forse , mi sono affezionata soltanto all'offesa subita, e non a lui!"
Ancora una volta , come in altri romanzi Dostoevskij, contrappone due figure femminili, qui abbiamo Grusen'ka, , donna vittima di una società maschilista e ipocrita, contrapposta a Katerina Ivanovna, dove benessere ed orgoglio vanno di pari passo. Ma dove il riscatto sociale della prima passerà attraverso l'amore, ma soprattutto il perdono e la riconciliazione totale nella fede. Ancora una volta l'autore pone in primo piano una figura femminile come la peccatrice del Vangelo. Colei che ha troppo amato e troppo sofferto.
Dedico questa pagina del mio post , a tutte quelle donne che hanno troppo amato e troppo sofferto.
lunedì 25 ottobre 2021
Lettere sull'educazione estetica dell'uomo Friedrich Schiller " Lettera nona"
25--10--2021
--La cultura teorica deve produrre quella pratica , e le pratica deve essere, tuttavia , condizione della teorica? Ogni miglioramento politico deve prendere le mosse dalla nobilitazione del carattere; ma come può il carattere nobilitarsi sotto l'influenza di una costituzione politica barbara? Si dovrebbe dunque cercare a questo scopo uno strumento che non sia fornito dallo stato , e scoprire sorgenti che si conservino pure e limpide in mezzo ad ogni corruzione politica.
---Questo strumento è l'arte bella, queste sorgenti si manifestano nei suoi capolavori immortali.
Come la bellezza , l'arte è libera da tutto ciò che è positivo ed introdotto da convenzioni umane, ed ambedue godono di assoluta " immunità" dagli arbitrii degli uomini. Il legislatore politico può avversare il loro regno , ma non può dominare in esso . Può bandire l'amico della verità, ma la verità permane ; può umiliare l'artista , ma non può falsare l'arte . Invero nulla è più comune che vedere l'arte e la scienza rendere omaggio allo spirito del tempo , e il gusto che crea ricevere la legge da quello che giudica . Dove il carattere diventa energico e si consolida ,noi vediamo che la scienza custodisce rigorosamente i suoi confini e l'arte procede stretta nei vincoli delle regole ; dove il carattere si allenta e si rilascia , la scienza tende a piacere e l'arte a divertire. Per interi secoli filosofi e artisti si sono affaccendati a far penetrare la verità e la bellezza nelle profondità dell'umanità comune ; quelli vi periscono , ma queste riemergono vincitrici con la loro indistruttibile forza vitale.
L'artista è certamente figlio del suo tempo ,ma guai a lui se ne è del pari l'alunno o, peggio , il favorito! Una benefica divinità strappi per tempo il poppante dal seno di sua madre , lo nutra col latte di un tempo migliore e lo faccia maturare fino all'età virile sotto il lontano cielo della Grecia. Quando poi è diventato uomo , ritorni egli nel suo secolo come straniero ; non per rallegrarlo con la sua apparizione , ma , terribile come il figlio di Agamennone , per purificarlo . Egli prenderà certamente la materia dal presente , ma la forma da un tempo più nobile , anzi al di là di ogni tempo , dall'assoluta immutabile unità del suo essere . Qui dal puro etere della sua natura celeste sgorga la sorgente della bellezza , incontaminata dalla corruzione delle generazioni e dei tempi , che turbinano profondamente in cupi vortici sotto di lei . Il capriccio può disonorare la sua materia, così come l'ha nobilitata , ma la casta forma è sottratta ad ogni mutamento. Il Romano del primo secolo aveva già da tempo piegato il ginocchio davanti ai suoi imperatori , quando le statue degli dei stavano ancora ritte; i templi rimanevano ancora sacri all'occhio , quando già da lungo tempo gli dei erano oggetto di scherno , e alle infamie di un Nerone o di un Commodo gridava vergogna il nobile stile dell'edificio che le accoglieva . L'umanità ha perduto la sua dignità , ma l'arte l'ha salvata e custodita in marmi ricchi di significato ; la verità continua a vivere nell'illusione , e dalla copia sarà ricostruito l'originale . Come la nobile arte sopravvisse alla nobile natura , così anche la precede nell'ispirazione , plasmando ed eccitando . Prima ancora che la verità mandi la sua luce vittoriosa nelle profondità dei cuori , la forza della poesia ne raccoglie i raggi , e le vette dell'umanità risplenderanno, quando ancora la notte umida regnerà nelle valli.
Ma come può l'artista salvarsi dalla corruzione del suo tempo, che lo circonda da ogni parte? Disprezzandone il giudizio . Guardi in alto verso la dignità e la legge , e non in basso verso la felicità ed il bisogno . Ugualmente libero dal vano affaccendarsi che vorrebbe imprimere la sua impronta all'istante fuggevole , e dalle impazienze di uno spirito visionario , che applica al misero parto del tempo la misura dell'assoluto ; abbandoni la sfera del reale all'intelletto, che ivi è nel suo regno, e tenda invece a produrre l'ideale dall'unione del possibile col necessario . Egli imprima questo ideale nell'illusione e nella verità , nei giochi della sua fantasia e nella serietà delle sue azioni , in tutte le forme sensibili e spirituali , e lo lanci poi tacitamente nel tempo infinito.
Ma non a ciascuno , cui arde nell'anima questo ideale , è concessa la calma del genio creatore e il senno grande e paziente , per imprimere l'ideale nella pietra muta o trasfonderlo nella parola fredda e confidarlo poi nelle mani fedeli del tempo . Troppo impetuoso per procedere attraverso questo mezzo tranquillo , spesso il divino istinto creatore si precipita immediatamente sul presente e sulla vita attiva , e si accinge a trasformare la materia informe del mondo morale . All'uomo insensibile parla l'infelicità del genere umano , e più ancora la sua degradazione ; l'entusiasmo si infiamma e l'ardente desiderio delle anime forti tende con impazienza all'azione . Ma si è egli domandato se questi disordini nel mondo morale offendono la sua ragione o non piuttosto il suo amor proprio ? Se l'ignora può riconoscerlo dall'ardore con cui egli si sforza di raggiungere determinati e precipitati effetti. Il puro istinto morale è diretto all'assoluto ; per esso non esiste tempo e l'avvenire gli diventa presente non appena deve necessariamente svilupparsi dal presente . Per una ragione senza limiti , indirizzarsi ad un fine è nello stesso tempo raggiungerlo ; e la via è percorsa non appena vi ci siamo incamminati.
Perciò ad un giovane amico della verità e della bellezza, che voglia sapere da me come debba soddisfare il nobile istinto che è nell'animo suo malgrado tutta la resistenza del secolo , risponderò dunque: da al mondo su cui agisci la "direzione" verso il bene , e il tranquillo ritmo del tempo porterà il risultato . Gli avrai dato questa direzione, se insegnando innalzi i suoi pensieri al necessario e all'eterno, se operando e creando trasformi il necessario e l'eterno in un oggetto dei suoi istinti. Cadrà l'edificio dell'illusione e dell'arbitrio , deve cadere ; anzi è già caduto , non appena tu sei sicuro che esso vacilla ; esso può vacillare nell'uomo interiore , non solo in quello esteriore . Educa la verità trionfante nel silenzio pudico dell'animo tuo, manifestala fuori di te nella bellezza , affinché non solo il pensiero le renda omaggio , ma anche il senso accolga onorevolmente la sua apparizione.
E affinché non ti accada di ricevere dalla realtà il modello che tu devi dare a lei, non avventurarti nella sua pericolosa compagnia prima di esserti assicurata una scorta ideale nel tuo cuore. Vivi col tuo secolo , ma non essere la sua creatura ; lavora per i tuoi contemporanei , ma in quello di cui essi hanno bisogno , non in quello che lodano. Senza aver diviso la loro colpa , dividi con nobile rassegnazione i loro castighi , e piegati con libertà sotto il giogo che ugualmente male essi portano o non portano. Col coraggio costante con cui tu disprezzi la loro felicità dimostrerai loro che non ti sottoponi alle loro sofferenze per viltà . Pensa gli uomini come dovrebbero essere , se devi agire su di loro , ma come sono , se sei tentato di operare per essi . Cerca la loro approvazione dalla loro dignità, ma misura la loro felicità dalla loro indegnità ; da una parte così la tua nobiltà susciterà la loro , dall'altra la loro viltà non frustrerà il tuo scopo . La severità dei tuoi principi li allontanerà da te spaventati , ma nel gioco li tollereranno ancora ; il loro gusto è più casto del loro cuore e da questo lato tu devi afferrare il fuggiasco pauroso . Invano combatterai le loro massime , invano ne condannerai le azioni , ma potrai sperimentare la tua mano educatrice nel loro ozio. Scaccia l'arbitrio , la frivolezza , la rozzezza dai loro divertimenti ; così inavvertitamente bandirai questi difetti anche dalle loro azioni e finalmente dai loro sentimenti . Dovunque li trovi , circondali di forme nobili , grandi , geniali ; accerchiali da ogni parte di simboli dell'eccellente , finché la parvenza vinca la realtà, e l'arte la natura.
sabato 23 ottobre 2021
Una simpatica canaglia
23--10--2021
Il mondo popolare siciliano , è ricco di una umanità variegata; un mondo di essere , di esistere, che attrae , e che la penna dei grandi scrittori siciliani, ha reso universale, raccontando, vizi e virtù.
Immagini, di una umanità sofferente , chiusa in un destino inesorabilmente avverso , come :Rosso Malpelo, Nedda, verghiani; Ciaula , pirandelliano; figure di commedia , vere caricature dei vizi e virtù di questo popolo , come nelle commedie popolari di Nino Martoglio.
In tutti è presente , la Sicilia , che diventa così metafora della vita umana.
Il quartiere del " Carmine" di Belpasso, era ,nella mia infanzia , ricco di umanità ,uomini e donne che sembravano ,uscire , dai romanzi , dei grandi scrittori ,siciliani. Oggi, il quartiere , senza queste persone , è vuoto, silenzioso, svuotato, dalla vita, morto!
Ho vissuto , la mia infanzia , come spettatrice , di un palcoscenico, costituito dalla strada. Una commedia umana, dove il testo ,era costituito , dallo svolgersi della vita quotidiana , dei protagonisti. Allegria, bambini che giocavano, litigi di adulti. Di tutti i personaggi, la figura che spiccava ,quella che dava l'impronta , profonda , originale , alla commedia , era lei:" Micia la fuliara". La ricordo, come una donna non giovane , alta, che da giovane doveva essere piacente . Ricordo , il suo volto ,il suo sorriso , i suoi occhi , il suo sguardo , che diceva a tutti , che lei era l'unica , incontrastabile , regina del quartiere ; colei ,che furbacchiona sapeva , gestire , la sua vita, e quella del quartiere. Era l'immagine , di una signora volpe astuta.
Erano , famosi, e quasi attesi da tutti ,nel quartiere, le sue continue , riconciliazioni , alternati da violenti litigi, e conseguenti separazioni , con il marito, il buon Michele, e la madre di lui, cioè la suocera.
Le riconciliazioni, coincidevano, con la presenza di notevoli somme di denaro, nelle mani , o del marito o della suocera, ed i litigi , quando i soldi finivano.
Ricordo, nelle giornate calde , di quelle belle estati siciliani, di altri tempi, il chiasso , nelle ore calde, e alla sera , davanti al suo uscio , con tante persone sedute tranquille; e poi all'improvviso , la sua voce adirata, e ad alto volume , e l'inizio delle scene di litigi, con quelli , che erano sedute , con lei. Erano , uniche , le litigate con altre donne del quartiere , perché erano movimentate, da una corsa e rincorsa , come fanno i ragazzi quando litigano.
Era una donna , in grado di affrontare , progetti tetanici, e di portarli a compimento , anche senza capitali , perché lei aveva il dono, di sapere truffare , gabbare tutti. Nonostante tutto, lei riusciva a suscitare , una simpatia tale , da indurre a perdonare le sue malefatte. è stato, grande lo stupore , di tutti, quando , questa donna in tarda età , si avvicinò alla chiesa , ed in particolare alla chiesetta del Carmine. Nessuno credette , ad una sua conversine ; ma questo nuovo ruolo finì per essere accettato da tutti , con le dovute riserve; dopo tutto , il grande capo , incontrastato , del quartiere era lei.
Così , divennero , attese, perché inevitabili, le sue litigate , nel corso della quindicina della Madonna del Carmelo.
Ciò che mi fa sorridere, non è tanto lei, per la quale ho da sempre nutrito , una simpatia; ma l'elogio funebre , ed il ricordo , che i sacerdoti hanno presentato , per Micia detta " la fuliara" , divenuta , la signora Costanzo.
Un 'immagine , che mi porta ad una famosa pagina del " Decamerone" del Boccaccio. E con molta probabilità , dall'al di là la nostra astuta volpe , si fa una risata , come sapeva fare , più con gli occhi , che con la bocca.
venerdì 22 ottobre 2021
Sant'Agostino
22--10--2021
"Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per servire". Colui che è a capo del popolo deve per prima cosa capire che egli è il servo di tutti . Che egli non disdegna il compito di essere il servo di tutti ; poiché Cristo , Signore dei signori , non ha disdegnato mettersi al nostro servizio . Una dinamica dettata dalla carne aveva insinuato nei discepoli un desiderio di grandezza.
Ma il Signore , medico , era là ; a respingere la loro presunzione . Egli mostra loro un piccolo bambino , esempio di umiltà . Poiché l'orgoglio è un grande male, il primo male , origine di ogni peccato . Così l'apostolo raccomanda ai responsabili della Chiesa , tra tutte le virtù , l'umiltà . "Chi vuole essere grande tra voi --spiega--si faccia vostro servitore ".
Fratelli , vi parlo come vescovo , e i miei consigli mi fanno temere per me stesso, ricordando il monito dell'apostolo :" Io corro , ma non come chi è senza meta ; faccio il pugilato , ma non come chi batte l'aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri , venga io stesso squalificato "(1 Cor 9,26-27). Ecco come egli ha servito , e come ci chiede di servire . Gesù ha dato la sua vita ; egli ci ha riscattati ; chi di noi può riscattare qualcuno? è per mezzo della sua morte , del suo sangue , che siamo stati riscattati dalla morte . Noi eravamo limitati alla terra , e, attraverso la sua umiltà , siamo stati innalzati ; l'apostolo Giovanni ci invita ad imitarlo :" Cristo ha dato la sua vita per noi ; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli"(1Gv 3,16)
giovedì 21 ottobre 2021
Dante Alighieri "Divina Commedia" Inferno= 5° Canto
21--10--2021
Così discesi del cerchio primo
giù nel secondo , che men loco cinghia
e tanto più dolor , che punge a guaio.
Stavvi Minòs orribilmente , e ringhia;
essamina le colpe ne l'intrata;
giudica e manda secondo ch'avvinghia.
Dico che quando l'anima mal nata
li vien dinanzi , tutta si confessa;
e quel conoscitor de le peccata
vede qual loco d'inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa.
Sempre dinanzi a lui ne stanno molte;
vanno a vicenda ciascuna al giudizio ,
dicono e odono , e poi son giù volte.
"O tu che vieni al doloroso ospizio ",
disse Minòs a me quando mi vide,
lasciando l'atto di contanto offizio ,
"guarda com'entri e di cui tu ti fide;
non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!".
E 'l duca mio a lui :"Perché pur gride?
Non impedir lo suo fatale andare ;
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare ".
Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire: or son venuto
là dove molto pianto mi percuote.
Io venni in loco d'ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,
se da contrari venti è combattuto .
La bufera infernal , che mai non resta,
voltando e percotendo lì molesta.
Quando giungon davanti a la ruina,
quivi le strida , il compianto , il lamento ;
bestemmian quivi la virtù divina.
Intesi ch'a così fatto tormento
enno dannati i peccator carnali ,
che la ragion sommettono al talento.
E come lì stornei ne portan l'ali
nel freddo tempo , a schiera larga e piena,
così quel fiato lì spiriti mali
di qua , di là , di giù , di sù li mena ;
nulla speranza li conforta mai,
non che di posa , ma di minor pena.
E come i gru van cantando lor lai,
faccendo in aere di sé lunga riga,
così vid'io venir , traendo guai,
ombre portate da la detta briga;
per ch'i' dissi:" Maestro, chi son quelle
genti che l' aura nera si gastiga?".
"La prima di color di cui novelle
tu vuo' saper ", mi disse quelli allotta,
"fu imperadrice di molte favelle.
A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libido fé licito in sua legge,
per tòrre il biasmo in che era condotta.
Ell'è Semiramis , di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa ;
tenne la terra che 'l Soldan corregge.
L'altra è colei che s'ancisse amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo;
poi è Cleopatràs lussuriosa .
Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse , vedi 'l grande Achille,
che con amore al fine combatteo.
Vedi Paris , Tristano "; e più di mille
ombre mostrommi e nominommi a dito,
ch'amor di nostra vita dipartille.
Poscia ch'io ebbi 'l mio dottore udito
nominar le donne antiche e' cavalieri,
pietà mi giunse , e fui quasi smarrito.
I' cominciai :"Poeta , volentieri
parlerei a quei due che 'nsieme vanno,
e paion si al vento esser leggieri".
Ed elli a me" Vedrai quando saranno
più presso a noi , e tu allor li priega
per quello amor che i mena , ed ei verranno".
Si tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce :"O anime affannate,
venite a noi parlar , s'altri nol niega!".
Quali colombe dal disio chiamate
con l'ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l'aere , dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov'è Dido,
a noi venendo per l'aere maligno,
si forte fu l'affettioso grido,
"O animal grazioso e benigno
che visitando vai per l'aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l'universo,
noi pregheremo lui de la tua pace,
poi c'hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che 'l vento , come fa, ci tace.
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui.
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta ; e 'l modo ancor m'offende.
Amor , ch'a nullo amato amar perdona ,
mi prese del costui piacer sì forte ,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte ,
Caina attende chi a vita ci spense".
Queste parole da lor ci fuor porte .
Quand'io intesi quell'anime offese,
china' il viso , e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: "Che pense?".
Quando rispuosi, cominciai :"Oh lasso,
quanti dolci pensier , quanto disio
menò costoro al doloroso passo!".
Poi mi rivolsi a loro e parla 'io,
e cominciai :"Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi : al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?".
E quella a me: "Nessun maggior dolore
che ricordare del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore .
Ma s'a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura , e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi , che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse;
quel giorno non vi leggemmo avante ".
Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangea ; si che di pietade
io venni men così com'io morisse.
E caddi come corpo morto cade.
martedì 19 ottobre 2021
Rainer Maria Rilke Poesie: " Canto del mare (Capri. Piccola Marina) "
19--10--2021
Soffio antichissimo del mare ,
vento del mare a notte;
a nessuno tu vieni;
per chi vegli
resisterti
è una prova :
soffio antichissimo del mare
che spiri
quasi solo per rocce primordiali,
nient'altro che spazio
trascinando con te da lontano....
Oh, come ti sente una
pianta di fico gravida di gemme
alta nella luna
lunedì 18 ottobre 2021
Fedor Dostoevskij "I fratelli Karamazov"
18--10----2021
"Cos'è l'inferno?. Così ragiono: "La sofferenza di non poter più amare". Una volta , nell'infinito dell'essere , non misurabile né nel tempo né nello spazio, a una creatura spirituale venne data , alla sua comparsa sulla terra , la capacità di dire a sé:" Io sono , e io amo". Una volta , una volta soltanto fu a lei dato un attimo di amore attivo, vivo, e per questo venne data la vita terrena , e con essa il tempo e i termini , e che accadde? Questa felice creatura respinse il dono inestimabile , non gli diede valore, non l'amò , lo guardò beffarda e ne rimase insensibile . Una simile creatura , ormai allontanatasi dalla terra , scorge anche il Seno di Abramo , e con Abramo conversa , come ci è mostrato nella parabola del ricco e di Lazzaro, e contempla il paradiso, e può salire al Signore, ma proprio di questo si tormenta , che salirà al Signore , senza aver amato , e che entrerà in contatto con coloro che hanno amato , lei che il loro amore ha disprezzato . Poiché vede chiaramente e già da sola dice a se stessa:" Oggi ormai ho la conoscenza , e per quanto adesso abbia brama d'amare , ormai questo amore non sarà , né saranno sacrifici , poiché la mia vita terrena è terminata e Abramo non verrà a calmare nemmeno con una goccia d'acqua viva (ovvero di nuovo col dono della vita terrena e attiva di un tempo) la fiamma della sete dell'amore spirituale , della quale adesso ardo, dopo averla disdegnata sulla terra; ormai non c'è più vita, e non ci sarà più tempo! Anche se sarei felice di dare la mia vita per gli altri , ormai non è più possibile , poiché questa vita, che avrei potuto immolare all'amore , è trascorsa , e adesso c'è un baratro tra quella vita e la mia esistenza ". Si parla delle fiamme dell'inferno in modo materiale non indago questo mistero , e ne ho paura , ma penso che anche se le fiamme fossero materiali , in verità le si accoglierebbe con gioia , poiché ritengo che nel tormento materiale si possa almeno per un istante dimenticare quel terribile tormento dello spirito. E togliere ai dannati questa pena dello spirito è impossibile , poiché tale tormento non è all'esterno , ma è dentro di loro. E anche se fosse possibile toglierlo , allora, penso , per questo diventerebbero ancor più amaramente infelici. Poiché anche se i giusti del paradiso perdonassero loro, contemplandone le pene, e li chiamassero a sé , amandoli di un amore sconfinato , comunque ancor più aumenterebbero le pene , perché in loro si risveglierebbe con maggior forza la fiamma della sete dell'amore reciproco, attivo e riconoscente , che ormai è impossibile . Con tutta la timidezza del mio cuore penso tuttavia che la coscienza stessa di questa impossibilità servirebbe loro, alla fine , anche da sollievo , poiché , accettando l'amore dei giusti senza avere la possibilità di contraccambiarlo , in questa arrendevolezza e in questo atto di sottomissione scorgerebbero alla fine una sorta di parvenza di quell'amore attivo che su questa terra avevano disdegnato, e una sorta di azione simile ai suoi effetti.--------------------------------------Oh , ci sono anche all'inferno quelli che sono rimasti orgogliosi e feroci ,nonostante la conoscenza indiscutibile e la contemplazione di una verità ineluttabile ; ci sono i terribili , che si sono completamente uniti a Satana e al suo spirto orgoglioso. Per costoro l'inferno è qualcosa di pienamente accettato , ed essi non ne sono mai sazi, sono dei martiri volontari. Poiché essi stessi si sono maledetti , maledicendo Dio e la vita . Si nutrono del loro orgoglio rabbioso , come se un affamato nel deserto si mettesse a succhiare il sangue dal proprio corpo . Ma sono insaziabili nei secoli dei secoli, e respingono il perdono , e maledicono Dio, che lì chiama a sé. Non possono contemplare il Dio vivente senza odio , e vorrebbero che non ci fosse il Dio della vita , e che Dio distruggesse se stesso e tutto quel che ha creato . E bruceranno nel fuoco della loro ira in eterno, brameranno la morte e il non essere . Ma la morte non sarà loro concessa.........
= trovo sempre più grande Dostoevskij, mi piacerebbe tanto che chi legge il mio post, abbia la possibilità di riflettere, proprio su questo brano.
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