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lunedì 20 dicembre 2021

Divina Commedia "Inferno" Dante Alighieri = Canto 13°

 20--12--2021
    Non  era  ancor  di là Nesso arrivato,
quando  noi  ci  mettemmo  per un  bosco
che  da  neun  sentiero  era segnato.
    Non  fronda verde , ma  di color fosco;
non  rami  schietti  , ma  nodosi  e' nvolti;
non  pomi  v'erano  , ma  stecchi  con  tòsco.
    Non   han  sì aspri  sterpi né sì folti
quelli fiere  selvagge che 'n  odio  hanno
tra   Cecina  e Corneto i luoghi còlti .
    Quivi  le brume  Arpie  lor  nidi  fanno,
che  cacciar  de le  Strofade  i Troiani
con   tristo  annunzio  di  futuro  danno.
    Ali  hanno late , e colli e visi umani ,
piè   con artigli , e  pennuto  'l gran  ventre ;
fanno   lamenti  in su  li alberi strani.
    E  'l  buon  maestro "Prima  che  più  entre ,
sappi  che  se'  nel secondo  girone",
mi  cominciò  a dire , "  e sarai  mentre 
    che tu  verrai  ne  l'orribil  sabbione .
Però  riguarda  ben; sì  vederai
cose  che  torrien  fede  al mio  sermone".
    Io sentia  d'ogne  parte  trarre  guai
e  non vedea  persona  che  'l  facesse;
per  ch'io  tutto  smarrito  m'arrestai.
    Cred'io  ch'ei  credette ch'io  credesse
che  tante  voci  uscisser , tra  quei bronchi,
da gente  che  per noi  si nascondesse.
    Però  disse 'l  maestro :"Se  tu tronchi  
qualche  fraschetta d'una  d'este piante  ,
li  pensier  c'hai  si  faran  tutti  monchi".
    Allor  porsi  la mano un  poco   avante 
e colsi  un  ramicel  da un  gran  pruno ;
e  'l tronco suo gridò;"  Perché  mi schiante ?".
    Da  che  fatto  fu  poi  di sangue  bruno ,
ricominciò  a dir :" Perché  mi scerpi?
non  hai  tu  spirito   di pietade  alcuno?
    Uomini fummo, e or  siam  fatti  sterpi;
ben  dovrebb' esser  la tua  man più pia,
se  state  fossimo  anime  di serpi".
    Come  d'un  stizzo  verde  ch'arso sia
da  l'un  de'  capi  , che  da  l'altro  geme
e cigola  per  vento  che va  via,
    sì de  la scheggia  rotta  usciva  insieme
parole   e sangue ; ond'io  lasciai  la cima 
cadere  , stetti  come l'uom che  teme.
    "S'elli   avesse  potuto  creder   prima",
rispuose  'l  savio  mio , "anima  lesa ,
ciò  c'ha  veduto  pur  con  la mia rima,
    non  averebbe  in te  la man  distesa ;
ma  la  cosa  incredibile  mi fece
indurlo  ad  ovra  ch'a  me stesso  pesa .
    Ma  dilli  chi  tu fosti  , sì  che  'n  vece
d'alcun 'ammenda  tua  fama  rinfreschi
nel  mondo  sù  , dove  tornar  li  lece".
    E  'l  tronco  :" Sì  col  dolce dir m'adeschi,
ch'i' non  posso  tacere ; e voi  non gravi
perch'io un poco  a ragionar  m'inveschi.
    Io  son colui  che   tenni  ambo le chiavi 
del  cor  di Federigo , e  che  le volsi  ,
serrando   e diserrando sì soavi,
    che dal  secreto  suo quasi   ogn'uom tolsi;
fede  portai al glorioso  offizio ,
tanto  ch'i ne  perde ' li sonni e' polsi.
    La  meretrice  che mai  da  l'ospizio
di  Cesare  non  torse  li occhi  putti,
morte   comune   e  de  le  corti vizio ,
    infiammò  contra  me  li animi  tutti;
e  li  'nfiammati  infiammar  sì  Augusto ,
che  'lieti  onor  tornaro  in tristi  lutti.
    L'animo  mio,  per disdegnoso  gusto ,
credendo  col  morir  fuggir  disdegno ,
ingiusto  fece  me contra  me giusto.
    Per  le  nove  radici  d'esto  legno
vi giuro  che  già mai  ruppi  fede
al mio  segnor  , che  fu  d'onor  sì degno .
    E  se  di voi  alcun  nel mondo riede,
conforti  la memoria  mia  , che giace
ancor  del corpo  che  'nvidia  le diede".
    Un  poco  attese , e poi  "Da  ch'el  si tace ",
dissi 'l  poeta a me, "non  perder  l'ora ;
ma  parla, e chiedi  a lui  , se  più ti  piace".
    Ond'io  a lui:"Domandal   tu  ancora
di quel che  credi ch'a me  satisfaccia;
ch'i'  non potrei  , tanta  pietà  m'accora".
    Perciò  ricominciò :"Se  l'om ti faccia  
liberamente  ciò  che  'l  tuo  dir  priega ,
spirito  incarcerato , ancor  ti piaccia
    di  dirne  come  l'anima  si lega 
in  questi  nocchi; e  dinne  , se tu  puoi ,
s'alcuna mai di  tai  membra  si  spiega".
    Allor  soffiò  il tronco  forte  , e poi 
si  convertì  quel vento  in cotal  voce :
"Brievemente sarà  risposto a voi.
    Quando  si parte  l'anima  feroce 
dal corpo  ond'ella  stessa  s'è  disvelta,
Minòs  la  manda  a la  settima  foce.
    Cade  in la selva  , e  non  l'è  parte  scelta;
ma  là  dove  fortuna  la  balestra ,
quivi  germoglia  come  gran  di  spelta.
    Surge  in  vermena  e in  pianta  silvestra;
l'Arpie  , pascendo  poi  de le sue  foglie ,
fanno  dolore  , e  al dolor  fenestra .
    Come  l'altre  verrem  per  nostre  spoglie ,
ma  non  però  ch'alcuna  sen  rivesta,
ché non è  giusto  aver  ciò  ch'om  si toglie .
    Quivi  le  strascineremo , e per  la mesta
selva  saranno  i nostri corpi  appesi,
ciascuno  al  prun  de  l'ombra sua  molesta".
    Noi  eravamo  ancora  al tronco  attesi,
credendo  ch'altro  ne volesse  dire,
quando  noi  fummo  d'un  romor  sorpresi,
    similmente  a colui  che  venire  
sente  'l  porco  e  la caccia  a la  sua posta,
ch'ode  le bestie , e  le frasche stormire.
    Ed  ecco  due  da la  sinistra  costa ,
nudi  e graffiati , fuggendo  sì  forte,
che  de la  selva  rompieno ogni rosta.
    Quel  dinanzi :" Or  accorri , accorri, morte!".
E  l'altro  , cui  pareva  tardar  troppo ,
gridava :"Lano , sì non furo   accorte
    le  gambe  tue  a le  giostre  dal Troppo!".
E  poi  che  forse  li  fallia  la lena,
di sé  e d'un  cespuglio  fece  un groppo .
    Di  rietro  a loro  era  la selva  piena
di nere  cagne  , bramose  e correnti 
come   veltri  ch'uscisser di catena.
    In  quel  che  s'appiattò miser li  denti,
e quel  dilacerato  a brano a brano;
poi  sen  portar  quelle  membra  dolenti.
    Presemi  allor  la mia  scorta  per mano,
e  menommi  al cespuglio che piangea
per  le rotture sanguinenti in vano.
    "O  Iacopo , dicea , "da Santo  Andrea ,
che  t'è  giovato  di me  fare  schermo?
che colpa  ho  io de  la tua  vita rea?".
    Quando  'l maestro  fu  sovr'esso  fermo,
disse "Chi  fosti  , che  per tante  punte
soffi  con  sangue  doloroso  sermo?".
    Ed  elli  a noi :"O  anime  che giunte 
siete  a veder  lo strazio  disonesto
c'ha  le  mie  fronde sì  da me  disgunte ,
    raccoglietele al piè  del  tristo  cesto.
I'  fui  de la città  che  nel  Batista 
mutò 'l  primo  padrone  ;   ond'ei  per  questo 
    sempre  con  l'arte  sua  la  farà  trista ;
e se  non fosse  che  'n  sul  passo  d'Arno 
rimane  ancor  di lui  alcuna  vista,
    que'  cittadin  che poi  la  rifondarno
sovra  'l  cener  che  d'Attila  rimase ,
avrebber  fatto  lavorare indarno.
    Io  fei  gibetto  a me  de le  mie case".

sabato 18 dicembre 2021

La costruzione della felicità = Martin E.P. Seligman "Ampliamento e incremento delle risorse intellettuali"

18--12--2021

Barbara    Fredrickson, professore  associato  all'Università  del Michigan  ,asserisce, che  le emozioni  positive  hanno  uno uno scopo profondo,  che va  ben oltre  il piacere  che ci danno.  
La  Fredrickson  sostiene che le  emozioni  positive  hanno  un  grande scopo  nell'evoluzione ;  esse ampliano  le nostre  risorse  intellettuali , fisiche  e sociali  di base , costituendo  riserve  a cui  possiamo  attingere  quando  si presenta una  minaccia  o  un'opportunità. Quando  siamo  in uno  stato  d'animo  positivo  piacciamo  di più alla gente , e  aumentiamo  le probabilità  che  nascano  amicizie  , amori e  coalizioni. All'inverso di  quanto accade quando  proviamo amozioni negative  . la  nostra  disposizione  mentale  è espansiva , tollerante, creativa. Siamo  aperti a nuove   idee e a nuove  esperienze.
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Felice  ma stupido?
Peirce  , il  fondatore del pragmatismo , nel 1878   scriveva che  la funzione  del pensiero  è  dissipare il dubbio; noi  non pensiamo, siamo  anzi a malapena  coscienti , fino  a quando  qualcosa  non va  storto. Finché  non incontriamo ostacoli  procediamo  placidamente per la strada  maestra della vita  , e solo quando  ci entra  un sassolino  nella scarpa  si innesca l'analisi cosciente.  Esattamente  cent'anni dopo  , Lauren  Alloy e Lyn  Abramson  confermarono sperimentalmente  l'idea  di Peirce.
--I soggetti depressi valutano  con precisione  le proprie  abilità, mentre  i soggetti  felici  pensano  di essere  molto  più abili di quanto  li  giudicano gli altri.
I soggetti felici ricordano più  eventi  positivi  di quanti  siano  realmente  accaduti  , e sono  più  propensi  a dimenticare  gli  eventi  negativi.  I soggetti  depressi  , per  contro  , sono  precisi  su  entrambi . I soggetti felici  sono  parziali  nelle loro   convinzioni  riguardo  a successi e fallimenti ; se è stato un successo è  merito  loro,  durerà  , e  loro eccellono  in tutto ; se è stato  un fallimento è  colpa  vostra , si  risolverà presto  , e  in  fondo  era  proprio solo un'inezia  . I  soggetti  depressi  , al contrario,  sono  imparziali nel  valutare  successi  e fallimenti.
Lisa  Aspinwall  ( docente  dell'Università  dello Utah )  ha raccolto  prove  convincenti  del  fatto  che,  nel prendere  decisioni importanti  relative  alla vita  reale, i soggetti  felici  sanno essere  più acuti  di quelli  infelici . ----di fronte  a eventi  normali  i soggetti felici  fanno riferimento  a  loro   passate  esperienze  positive , mentre  i  soggetti  meno felici appaiono  più  scettici  . 
=uno stato d'animo positivo  ci  proietta  in un modo  di  pensare  completamente  diverso  rispetto  a uno  stato d'animo  negativo.=
Uno stato  d'animo  così glaciale  e negativo  attiva  una  mentalità  da cecchino ; ordine del giorno  focalizzarsi  su  ciò  che  non   va  ed eliminarlo. Uno stato d'animo  positivo  promuove  invece              un modo  di pensare  creativo , tollerante , costruttivo , generoso ,aperto  , che mira  a individuare  le virtù  ,non  i difetti. Questo modo di pensare  probabilmente si sviluppa  addirittura  in  un'altra parte del cervello e ha  una diversa  neurochimica  rispetto  al  pensiero  sviluppato  in uno  stato d'animo  negativo.











 

venerdì 17 dicembre 2021

Una giornata di neve

 17--12--2021
Un  nuovo giorno  stava  per iniziare , quando , un qualcosa di morbido e peloso , strofinava  la guancia,   del  piccolo  Andrea; che si svegliò , ed aprendo  gli occhi , si  trovò  difronte un  muso  tutto marò, e  dei  grandi occhi  neri e dolci , che  lo  guardavano. Sapeva , il bambino , di  essere  nella sua  cameretta, ma non  comprendeva  di dove  poteva  venire  , quella   strana  creatura  che  le stava difronte . Dopo  un pò  di incertezza , la strana  creatura , sorridendo salutò  il bimbo e si presentò.
        "Buon  giorno , mi chiamo  Paolino, sono  un  orsacchiotto  di peluche".
Andrea , un po'  , meravigliato  ,  ma felice,  come tutti i bimbi, salutandolo,  disse:
    "Ciao!  Io mi chiamo  Andrea , e  la mia  sorellina  , si chiama , Cristina"
Paolino, tutto contento per aver trovato dei nuovi  amici, si  diresse  , verso  la finestra , e aprendo  le persiane , vide , che fuori  era  tutto  bianco , infatti , durante la notte  era caduta  , abbondante neve. Rivolgendosi  ad Andrea , vide accanto  a lui , una bambina , più  alta  , e con un  paio  di occhi  grigi , doveva essere Cristina, la sorellina  di Andrea. Cristina, accolse  , con grande  festa  il nuovo  amico.  Vedendo tanta  neve fuori, i bambini furono felici, perché  per quel giorno non sarebbero  andati  a scuola , ma avrebbero  potuto giocare  con la neve, e con  il loro nuovo  amico.  Così . dopo  colazione e dopo  essersi  lavati  e vestiti , andarono  di corsa  in giardino , con Paolino ,  ed  incominciarono  a fare  tante  palle di neve , e a  lanciarli  contro , papà e mamma . Poi,  con Paolino , decisero  di   costruire un pupazzo  di neve , al  quale misero  ,  per naso , un bel mandarino  maturo,  e  per occhi  , delle margherite  viola, per bocca , una  foglia di rosa , ed in capo , un cappello di paglia , ed una sciarpa  al collo. Poi,  cominciarono  a fare  il girotondo attorno  al pupazzo  di neve .  Ma  ad  un certo  punto, sentirono  una voce  con accento straniero , un po'  brusca , che  diceva loro, di smettere  di  girare  tutti  attorno , perché  gli  facevano  venire il mal  di testa . Ma  non riuscivano  a capire  di dove  poteva  venire  fuori  , una voce  così  , finché  , Paolino   indicò  ai bambini , che  era proprio il pupazzo , che  parlava.
Dopo  avere , attirato  la loro attenzione , il pupazzo , si mise  a parlare, disse  di chiamarsi, "Hans , di venire  dal Polo Nord, dove lui viveva molto bene , con  tutto  il gran freddo , ed  aveva  come amici , le renne e le  foche . Al  Polo Nord , c'era  una casetta  tutta bianca e rossa  dove viveva  Babbo Natale, con sua moglie.
Babbo Natale , aveva  una  grande sfera di cristallo, dove  sovente  guardava , e così  poteva  vedere  ciò  che  facevano  i suoi  cuccioli  sparsi per il  mondo, e  conosceva  tutti i desideri  ed  i sogni  di tutti  i bambini . In  questo modo,  poteva  ,  per  la notte di Natale  ,portare i doni  che loro  desideravano. 
Hans  , descriveva il Polo Nord  , come una terra  coperta  di ghiaccio ,  dove faceva molto freddo,  che lui  , non  sentiva  , come  pure  gli abitanti  di  quello strano paese . Il quale  , è  abitato  dalle foche , che hanno le  pinne  ,come  i  pesci, ed  un gran  paio di baffi  simili  a quelli  del gatto . E  , poi ci sono  tanti bambini ,  che si chiamano  , esquimesi , e  giocano  con le foche ;  e le loro  macchine  , sono  delle slitte , trainati  da  cani , molto belli , dal pelo  lungo  e folto,  e con  gli  occhi  azzurri e dolcissimi.  Stavano , Andrea  e Cristina , ad  ascoltare Hans , e  non  avevano  fatto  caso  che il tempo era  trascorso , e dovevano rientrare  a casa . Così, salutarono  Hans  e rientrarono  con Paolino , che  era  ormai  divenuto  un  loro  fratellino ,  speciale , compagno  , gioioso dei  loro  giuochi.
I  bambini , avevano  compreso  , che con Paolino molte  cose  erano cambiate  , ed  anche  i loro giuochi  avevano  acquistato  un qualcosa  di bello e speciale . E  giunse  la  sera,  mentre  i bambini  , nel dolce  tepore  della loro   casa ,  raccontavano  a papà e mamma , la loro  straordinari giornata . Poi, cullati  dalla stanchezza e dalla  ninna nanna,  cantata  dai loro genitori,  si addormentarono. Quando fu giorno , si  svegliarono  , ma   Paolino , non  c'era più;  andarono  alla finestra , e  la neve  si era sciolta ed  aveva  lasciato  , solo,  un gran freddo. Si,   vestirono , fecero colazione , bisognava  andare  a scuola.   Ma  prima  di  andare  via , vollero  vedere  ,   se Hans , era ancora  in giardino , ma lui  era scomparso  , portando con se , il dolce  ricordo  di una giornata  di neve , in  compagnia  di due  bambini , in  una terra  calda  ed accogliente , come la Sicilia.

=auguri  di un Santo Natale  a tutti i bambini , del mondo, in modo particolare , il mio pensiero , e la mia preghiera  per quei bambini, che vivono in conduzioni, di disagio fisico e psichico.










sabato 11 dicembre 2021

Canti di Castelvecchio Giovanni Pascoli " Le ciaramelle"

11--12--2021
Udii  tra  il sonno  le ciaramelle
ho udito  un suono  di ninne  nanne
Ci sono  in cielo  tutte  le  stelle,
ci sono  i lumi nelle  capanne.

Sono   venute  dai  monti   oscuri
le ciaramelle senza  dir  niente;
hanno  destata  ne'  suoi  tuguri
tutta  la buona  povera gente.

Ognuno  è sorto dal suo giaciglio ;
accende  il lume sotto la trave;
sanno  quei  lumi  d'ombra e sbadiglio,
di cauti passi , di voce  grave.

Le  pie  lucerne  brillano  intorno ,
là  nella   casa,  qua  su  la siepe;
sembra  la terra  , prima  di giorno,
un piccoletto  grande  presepe.

Nel  cielo  azzurro  tutte  le stelle
paion  restare   come  in attesa ;
ed  ecco  alzare  le ciaramelle
il loro  dolce  suono  di chiesa;

suono  di chiesa ,  suono  di chiostro,
suono  di casa  , suono  di culla ,
suono  di mamma  , suono  del nostro
dolce  e  passato pianger di nulla.

O ciaramelle degli anni  primi,
d'avanti  il giorno  , d'avanti  il vero,
or   che  le stelle son  là  sublimi,
conscie del nostro  breve  mistero;

che  non  ancora  si  pensa  al pane,
che  non ancora  s'accende  il fuoco;
prima  del grido  delle campane
fateci  dunque   piangere  un  poco.

Non  più  di nulla  , si  di  qualcosa ,
di tante  cose!  Ma  il cuor  lo vuole ,
quel  pianto  grande  che  poi  riposa,
quel  gran dolore  che  poi  non  duole;

sopra  le nuove  pene  sue  vere
vuol  quei  singulti  senza ragione ;
sul  suo  martòro, sul  suo  piacere ,
vuol  quelle  antiche  lagrime  buone!





















 

venerdì 10 dicembre 2021

L'AMICIZIA : Domenica Magrì la mia amica dall'infanzia alla giovinezza!

 10--12--2021

L 'amicizia , è un dono , è la necessità  vitale dell'uomo, l'uomo ha bisogno di vivere , la propria vita condividendola con gli altri in un rapporto d'AMORE, che prende il nome d'amicizia.
L'amore è andare verso l'altro, uscire da se, dal proprio io, egocentrico. Senza l'amore non c'è amicizia, amare vuol dire : rispetto dell'altro, vuol dire lealtà , onestà, vedere l'altro come se stesso, come il Vangelo ci insegna, vivere il vangelo , vuol dire vivere la propria vita di relazione con gli altri con l'amico\a amando l'altro\a come se fossi noi stessi.
I sentimenti negativi, come invidia, odio, gelosia non possono sussistere dove c'è la vera amicizia.
Ma  è proprio Gesù che ci chiama amici, Dio non solo si fa uomo e cammina con noi, si fa  amico , compagno  della nostra vita; è un'immagine stupenda del Vangelo ,che come credenti non solo bisogna meditarla , ma farla  vita nostra
è la storia di un'amicizia durata  dall'infanzia  , fino  ai primi anni di università, quella di me con Mimma, così nel quotidiano la si chiamava, oggi  non so più nulla di lei.
La  nostra  amicizia  è iniziata  quando  eravamo bambine ,abitavamo  vicino , nello stesso  quartiere , ed  eravamo al  collegio  Bufali  , insieme , lei  più grande di me , di un   anno; è stata, per tutta la mia infanzia , adolescenza ,fino  ai primi  anni  d'università , la mia  amica , la mia  sorella , che  non ho  mai  avuto!
Da  bambina , ero  molto timida ,  non  riuscivo  a vivere  a muovermi , se non  con lei . Ricordo  , che    andavamo ,  a messa tutte le domeniche in  parrocchia , ma  per me  era  di importanza  vitale , la  sua  presenza ;  e se  per caso  lei  non  poteva  venire , erano  sofferenze   atroci, per me  . Avevo una  tremenda paura , degli  estranei , lei  era  il mio supporto, il mio porto sicuro ,  nelle  relazioni con  il mio prossimo .   Desideravo,  tanto , essere  come lei  , imitarla , ma  trovavo delle difficoltà enormi ;  come quando , volevo  dare  il "TU", alla  mia madrina  di cresima , come  faceva  lei , con  la  sua, ma  il risultato  era  un vero  disastro , perché  la  mia madrina , non  solo  non mi incoraggiava  , ma penso non trovava  la cosa , di suo  gradimento.
Alla  mia nonna  , non  era  gradita la sua amicizia ; ma nello stesso  modo  , una  sua zia  , materna  , non  gradiva  la mia.
Era  , un terremoto ,  amica di tutti , , anche  di quelle  , che  non  avevano  molto da spartire con  lei. Il suo  particolare  comportamento con i ragazzi,   divenne la causa del  dissidio fra di noi.
Dopo , tanti  anni,  mi si rivelò una verità  , ed  un aspetto della mia amica, che certo non pensavo .  Venni  a conoscenza , per un fortuito  caso, del suo  passato flirt,  con il fratello della sua madrina , e che  io, venni utilizzata , alla mia totale insaputa,  come copertura , perché  con  la mia  compagnia,  poteva andare  a casa di questa persona , ufficialmente  , per  una  visita , alla madre  della  sua madrina.
Poi , lei si fece fidanzata , con un ragazzo, vicino di casa; un amore fortemente contrastato  , dalla  sua famiglia , in special modo dal padre di lei. E   trovò  , le  amiche   disponibili , per  farle  da copertura . Io  non  sono  stata   coinvolta, e di questo  le sono grata, forse  per il fatto che  con me certi  atteggiamenti  non sono  accettabili.
Sono stata  io,  a rompere definitamente l'amicizia , come  conseguenza del suo  modo  di fare , che  dal mio punto di vista , (forse troppo rigoroso) era negativo. Era  un periodo  molto brutto per lei, si stava  lasciando  , con il suo  fidanzato , e veniva a casa mia , continuamente , mentre  io studiavo , con un collega , preparavo  gli esami  di biochimica . Le sue insinuazioni , e sottointesi, non li tollerai. A distanza  di anni , mi chiedo  , se  non sono  stata  molto rigida , e tremendamente cattiva, forse  ho esagerato. Mi piacerebbe , sapere  , cosa  ne è stato di lei , della sua vita .  In fondo  sono rimasti nel ricordo molti momenti  positivi , e soprattutto  comprendo come senza la storia della nostra amicizia, la mia vita , ma penso, anche la sua sarebbe stata molto vuota , ed insignificante.
 In fondo , non voglio molto guardare il passato , ma desidero solo sperare in un futuro di incontri con persone speciali con  le  quali potere relazionare.




mercoledì 8 dicembre 2021

8-dicembre -2021 Immacolata Concezione della B.V. Maria

 8-12-2021
Le  più antiche  tradizioni  della Chiesa hanno  attribuito  la  concezione  di Maria ad  un  eminente intervento divino , ponendola sotto  la  speciale  protezione  di Dio. Nell'8°  secolo appare  in Oriente la  festa  della  concezione di Sant'Anna , festa  che si estende  presto alla  cristianità  occidentale , Soltanto in seguito  , nel  12°  secolo  , vengono  elaborati  , specialmente  in Inghilterra , i primi  trattati teologici , di  ispirazione  monastica , che  fondano  il culto  popolare  della Vergine  nel  mistero  dell'immacolata concezione . Perché  il papa  Sisto  4°  , alla fine  del  15° secolo , può  inserire  formalmente  nella  liturgia  un  formulario per l'Immacolata  Concezione .
Questa  solennità  si inserisce nel contesto dell'Avvento  Natale , congiungendo  l'attesa  messianica  e il  ritorno  glorioso  di Cristo con  l'ammirata  memoria  della Madre . In  tal senso  questo  periodo  liturgico  deve essere  considerato un tempo  particolarmente  adatto  per  il culto della  Madre  del Signore (cf. Paolo 6°,  Marialis  Cultus , 4).  Maria  è la santa  , immune  da ogni  macchia  di peccato , dallo  Spirito Santo quasi plasmata  e resa  nuova creatura (cf. Conc. Vat. 2, Costituzione dommatica  sulla chiesa , Lumen gentium ,56). Già profeticamente adombrata  nella promessa fatta  ai  progenitori della  vittoria  sul serpente , Maria  è a Vergine che  concepirà  e partorirà  un  figlio  il cui  nome  sarà  Emmanuele .
Il dogma  dell'Immacolata  Concezione fu  proclamato  da  Pio  9° nel  1834.

=questo giorno di festa mi riporta alla mia infanzia, alla festa dell'Immacolata, in parrocchia , con il tesseramento dell'azione cattolica; oggi un mio caro pensiero  a tutti i bambini, in modo particolare a quelli che, purtroppo vivono in condizioni di miseria fisica e  psichica.

=un augurio  alla chiesa  cristiana tutta, che sotto la protezione di Maria madre della chiesa , possa  camminare in un continuo dialogo , e verso un cammino di comunione.

= un pensiero , un augurio al nostro Santo Padre, che la Santa Madre di Dio , lo guidi e lo sostenga;
un pensiero a tutti i capi delle chiese cristiane.


domenica 5 dicembre 2021

I fratelli Karamazov Fedor Dostoevskij

5---12--2021

="Che   Iddio  ti scampi  , caro ragazzo  , dal  chiedere  scusa  alla donna  amata  per  una tua colpa!  All'amata  , in  particolare , proprio  a lei  , in  qualsiasi  modo  tu  sia  colpevole  nei  suoi   confronti!  Perché  la donna  , fratello , lo  sa il diavolo che cosa  sia,  io,  per lo meno, di loro  me ne  intendo!  Provaci  a riconoscerti  in colpa di fronte  a lei, "sono colpevole, perdonami , scusami"; e ti  pioverà  addosso  una grandinata  di rimproveri!   Per nulla  al mondo  ti perdonerà  in modo  semplice  e diretto,  ma  ti  umilierà  fino  a ridurti  a uno  straccio  , terrà  conto   anche  di quello  che  non è  nemmeno  stato , piglierà  tutto,  non  si  dimenticherà  di niente  , ci  aggiungerà  del suo , e solo  allora   perdonerà . E questo  con  la migliore  , la  migliore  di loro!  Raschierà  via  gli ultimi frammenti  e ti  scaricherà  tutto quanto sulla testa ; te  lo dico  io,  sono pronte  a scorticarti  vivo,  dalla   prima all'ultima , questi  angeli  senza  i quali  non ci  è possibile   vivere!  Vedi  , carissimo, te lo  dico  in modo  semplice e   schietto  ogni  uomo  dabbene  dovrebbe  essere  sotto  al  tacco   di una  qualche  donna.  Tale  è la  mia convinzione ; più  che convinzione , sentimento. L'uomo  dev'essere  magnanimo , e  questo  non lo  disonora . Non  disonora l'eroe, non disonora nemmeno Cesare!  E  comunque  non  chiedere  scusa  , mai  e per  nulla al mondo . Tieni  a mente  questa  regola : te  l'ha  insegnata tuo fratello  Mitja ,  che  per le  donne  s'è  perduto . No , riparerò  ai torti fatti  a  Grusen'ka senza  chiedere  perdono . Io la venero , Aleksej , la  venero!  E solo  lei  a non  accorgersene, no,  secondo  lei  mostro  sempre  troppo  poco  amore . E  mi  tormenta , mi tormenta  con  il suo  amore . Altro  che prima! Prima  mi tormentavano solo le tortuosità  infernali  , mentre  adesso  ho  accolto  tutta  la sua  anima  nella  mia , e grazie a  essa  io  steso  sono    diventato  un uomo!  Ci  permetteranno di sposarci?  Altrimenti  morirò  di gelosia. E  così  ogni giorno  mi  sogno   qualcosa.

= queste  parole non sono lontane nel tempo, perché dimostrano come il mondo femminile e quello maschile sono , quasi incomunicabili. Perché  il mondo interiore , dei due esseri , è diverso, e sconosciuto  da ambo  i lati.  L'emancipazione femminile del mondo occidentale , non ha , e non può sconfiggere , questo muro  di separazione.  L'amore  quel sentimento  solo umano che nobilita l'uomo, è il solo che può fare  da legame fra i due. Ma  l'amore è uscire da se ed andare verso l'altro, è rispetto , è condivisione!