14-2-2019
Pieni i fiumi straripano,
pieni sono i campi di riso.
Penso in cuore, che canto canterò?
Ai piedi delle acque i pinastri
sono fioriti a cespugli, a grappoli,
ansiosi sotto il peso dei fiori:
giardini di campanelle.
Il mio animo è pieno,
colmo sino all'orlo.
Scintillano le foglie,
brilla la luce; e io penso
a due occhi neri.
La fragranza dei tigli
nelle loro tenere foglie
divenne densa oscurità
piena di profumo.
Voglio parlare a qualcuno,
voglio amare qualcuno.
Chiaro è il giorno, senza ombra:
è finita la pioggia.
Pioggia, oggi che dono farò?
Avari strati, frammenti di nubi
portate dal vento indifferente
vanno a morire in varie direzioni,
senza alcuna speranza.
I desideri vanno cercandosi
centinaia di nidi.
Il giorno ozioso è diventato inanime:
penso a qualcuno
che pure sta pensando.
Sui rami delle piante
sparse le campanelle fan festa,
sempre a una a una cadano
a terra.
Sempre il flauto suona
mattino e sera.
La terra della foresta è piena
del canto gioioso degli uccelli.
Perché vengano le lacrime agli occhi?
Il piccione muove il ramo,
canta imbevuto di nettare:
nascosta tra foglie segrete
una coppia di tortore.
Tutte queste cose
mi confondono l'animo.
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