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mercoledì 30 gennaio 2019

La storia del bruco e della farfalla

30-1-2019
Un piccolo bruco camminava verso una grande montagna.  Lungo la strada incontrò una  coccinella che  gli  chiese:
"Dove vai?". 
Il bruco rispose:
"Ieri ho fatto un sogno nel   quale mi  trovavo  sulla cima  di  una montagna e da lì potevo vedere tutta  la valle. Oggi  voglio realizzare il mio sogno."
Sorpresa, la coccinella gli  disse:
"Devi  essere pazzo! Tu sei  un piccolo bruco. Per te,un  sassolino sarà una  montagna, una  pozzanghera sarà un mare e ogni cespuglio sarà una  barriera impossibile da  oltrepassare".
Ma il  piccolo bruco era già lontano e non  la sentì.  Incontrò un coniglio:
"Dove  vai con  tanto sforzo?"
Il piccolo bruco rispose:
"Ieri sera ho fatto un  sogno, ho  sognato di essere sulla cima di una montagna e  da li potevo ammirare tutta la valle. Mi è piaciuto quello che  ho  visto e oggi voglio realizzare il mio  sogno."
Il coniglio si mise  a ridere,e disse:
"Nemmeno  io, con le mie grandi zampe e con i miei grandi salti,  affronterei un'impresa così difficile."
E, ridendo, rimase a osservare il piccolo bruco mentre procedeva per la sua strada. La  stessa cosa  accadde con la  rana , la talpa  e il topo. Tutti gli  consigliarono di fermarsi,dicendo:
"Non  arriverai mai----!"
Ma il piccolo  bruco,  determinato e coraggioso,  continuò a camminare.  Stremato e senza forze, ad  un tratto decise di  fermarsi a riposare. Con un  ultimo sforzo si preparò un posto per  dormire quella  notte.
"Così  mi sentirò meglio" disse il  piccolo bruco. Ma morì. Per giorni, gli  animali si  avvicinarono a vedere i  suoi resti. Lì c'era l'animale più pazzo del mondo, lì c'era l'ultimo rifugio di un piccolo bruco morto per aver  inseguito un sogno. All'improvviso però quel  bocciolo grigiastro, si ruppe. Comparvero due occhioni,due  antenne e  due  bellissime ali dai colori stupendi. Era  una  farfalla!



lunedì 28 gennaio 2019

Il gatto che se ne andava solo di ; Rudyard Kipling 3° parte

28-1-2019
Così legò il  filo con  un sassolino al fuso, e  lo tirò sul  pavimento e  il gatto corse dietro al sassolino e  lo  carezzò con  la zampa, e se  lo fece rotare di sotto, e lo inseguì tra le gambe posteriori e  finse di perderlo, e poi a un tratto lo  riprese con  un balzo, e il  bambino rideva, rideva,  e si sforzava di  afferrare il gatto,  andando carponi sul  suolo della caverna, finché si sentì stanco e si sdraiò per dormire col  gatto fra le braccia.
---Ora --disse il gatto, -- canterò al bambino una  canzone che  lo  terrà addormentato per  un'ora.---E cominciò a far le fusa in tono alto e basso,basso e alto, finché il bambino si  addormentò.  La  donna sorrise guardandoli entrambi, e disse:
---Ti sei  condotto  a meraviglia. Non  c'è dubbio, tu  sei molto abile, o gatto.
---In  quello stesso  minuto e  in quello  stesso  secondo, cari miei, il  fumo del fuoco della  caverna discese a nuvole dal tetto--puff!--perché ricordava il patto che s'era stretto col gatto; e quando svanì, il gatto s'era seduto a tutto suo agio accanto al  fuoco.
---O  mia  nemica e moglie del  mio nemico e  madre del mio nemico, ---disse il  gatto--sono io; giacché tu  hai  detto una  seconda parola in mia lode, io  posso sedermi accanto al  fuoco nel  fondo della  caverna per  sempre,  sempre. Pure io sono ancora il  gatto che  se ne va solo e tutti i luoghi gli sono  uguali.
Allora  la donna  si mostrò molto, molto  inquieta e si lasciò  cader le trecce sulle  spalle e  mise altra  legna sul fuoco e, ripresa la  larga e  grossa scapola di montone, cominciò a fare un incantesimo  che  le  impedisse di dire una terza parola  in lode del gatto. Era  un  incantesimo  tranquillo e la caverna era diventata così tranquilla che un grazioso e piccolo topolino spuntò  da un angolo e traversò il pavimento.
--O mia nemica e moglie del mio nemico --disse il gatto,--- quel  topolino fa forse parte del tuo incantesimo?
--Uh! no, no!-- disse la donna,  facendo cadere la scapola e  saltando sullo  sgabello accanto al  fuoco, reggendosi le trecce per  paura che il topolino vi  si aggrappasse.
--Ah!--disse il gatto, in atteggiamento di vigilanza,-- allora il  topo non mi  farà male, se lo mangio?
--Ah!--disse la donna reggendosi i capelli, -- mangialo immediatamente ed io te ne sarò  grata.
Il gatto diede un balzo ed  acchiappò il  topolino, e la dona  disse:
--Mille grazie. Neanche il  primo amico è così svelto. Tu sei molto saggio.
In  quello stesso minuto e in  quello stesso secondo, cari miei, il vaso del  latte che  stava accanto al fuoco si fece in  due pezzi-ffft!-- perché ricordava il patto  concluso col gatto; e quando la donna  discese dallo sgabello,il gatto se ne  stava tranquillamente a lambire il latte caldo e  bianco,rimasto nel fondo rotto del vaso.
--O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico,-- disse il gatto-- sono io . Giacché hai  detto tre parole in mia lode, io posso bere il latte bianco e caldo tre  volte  al giorno per sempre, e sempre. Pure io  sono  ancora il  gatto che se ne va solo, e tutti i luoghi gli  sono uguali.
Allora la donna rise e gli diede al gatto una scodella di latte caldo e  bianco, e disse:
--O gatto  , tu sei abile quanto  un uomo; ma  ricordati che il tuo patto non  fu  concordato con l'uomo e con il cane, ed io non so che  faranno essi al loro ritorno.
--Che m'importa?-- disse il gatto.--Se io  ho il mio posto accanto  al fuoco nella  caverna e il mio latte caldo e  bianco per tre volte al giorno,non mi curo di ciò che  diranno l'uomo e il cane. Quella sera, quando  l'uomo e il cane ritornarono alla caverna, la  donna narrò loro del patto,  mentre il  gatto  sedeva  accanto al fuoco e  sorrideva. Allora l'uomo  disse:
--Si , ma  egli  non  ha fatto un contratto con me e con  tutti gli  uomini dopo di me.
Allora si cavò gli stivali   e prese  la piccola  accetta di pietra(  che fa  tre);prese anche un pezzo di legno e un'ascia( che in totale fa cinque) e li mise in fila, dicendo:
--Ora faremo il nostro patto. Se  non  acchiappi i sorci quando sarai nella caverna, ti  getterò appresso questi  cinque oggetti quando ti vedrò, e così faranno gli uomini dopo di  me.
--Ah!--disse la donna --il gatto è molto abile, ma non  quanto il mio uomo.
Il gatto contò i cinque  oggetti( che avevano un aspetto molto bitorzoluto) e disse:
--Acchiapperò i sorci sempre, quando sarò nella caverna; pure ancora il gatto se ne va solo, e fa lo stesso conto di tutti i luoghi.
--Non quando ti sono vicino, --disse l'uomo.-- Se tu non avessi detto quest'ultima parola, io avrei messo da parte tutte  queste cose per  sempre,e sempre;ma ora ti  getterò dietro gli stivali e la  piccola accetta di pietra(che fa tre) tutte le volte che t'incontrerò. E così tutti gli uomini dopo di me.  Allora disse il cane:
--Aspetta un minuto. Egli con me  non  ha fatto patti e  neanche con  tutti  i cani dopo di me.
E mise in mostra i denti e disse:
--Se  tu non  sarai  sempre cortese col  bambino mentre io  sarò nella  caverna,ti  correrò dietro finché ti acchiapperò e quando ti  avrò acchiappato ti morderò; e ti  perseguiterò sugli alberi quante volte ti incontrerò. E così tutti  i cani  dopo di me.
Ah!-- disse la donna ascoltando--il gatto è molto abile ma  non quanto il cane.
Il gatto contò i denti del cane( apparivano  molto aguzzi) e disse:
--Sarò gentile col bambino mentre sono nella caverna,  finché non mi tiri la coda troppo forte, per  sempre, e sempre. Pure sono ancora il gatto che  se ne va solo e tutti i luoghi gli sono uguali.
--Non quando ti sono vicino--gli  disse il cane.-- Se tu  non  avessi detto quest'ultima cosa, io  mi sarei chiusa la bocca per  sempre, e sempre. Ma  ore ti caccerò su un  albero quante volte ti  incontrerò. E così faranno tutti i cani dopo di me.
Allora l'uomo tirò gli stivali e la piccola accetta di pietra(che fa tre) al gatto, e il gatto si slanciò fuori della caverna, e il cane lo perseguitò su un albero; e da allora in poi, tre  uomini su cinque, sempre tirano degli oggetti al gatto, quando lo incontrano, e tutti i cani a modo lo cacciano su un albero.
Ma il gatto, da parte sua,mantiene il patto. Acchiappa i sorci, ed  è gentile con i bambini quando è in casa, se non gli tirano la coda troppo forte.  a  quando ha  fatto questo, e a intervalli, e quando spunta la luna e viene notte, egli è il gatto che se ne va  solo, e fa lo stesso conto di tutti i luoghi. Allora se ne va  nelle  foreste umide e selvagge o sugli alberi umidi e selvaggi o sui tetti umidi  e selvaggi, agitando la coda selvaggia e camminando in solitudine selvaggia. fine della fiaba

giovedì 24 gennaio 2019

Il gatto che se ne andava solo di Rudyard Kipling 2° parte

24-1-2019
La  sera appresso il gatto attraversò le foreste umide e selvagge, se ne stette nascosto presso la caverna fino  all'alba, e  l'uomo e il cane e il cavallo uscirono a caccia.La  donna era affaccendata a cucinare quella mattina, e il bambino piangeva e la  interrompeva. Così lo portò fuori   dalla caverna e gli diede una  manata di sassolini perché si trastullasse.Ma  il bambino continuava a piangere. Allora il gatto sporse la zampa inguantata ed  accarezzò il piccino sulla guancia, e quegli rideva. Il gatto si strofinò contro le grasse ginocchia del bambino, vellicandogli il mento con la coda e  quegli rideva; e la donna udiva e sorrideva. Allora il pipistrello disse:
---O mia  ospite e moglie del mio  ospite e madre del figlio  del mio  ospite, un  animale selvaggio venuto dalle  foreste selvagge  giuoca col  tuo bambino.
--Benedetto l'animale selvaggio, chiunque sia!--- disse la donna,  premendosi, il dorso-- perché questa mattina ebbi  molto da fare ed  esso m'ha reso un servigio.
In quello stesso minuto e in  quello stesso secondo, la cortina di pelle secca di cavallo, messa a coda in giù a  traverso all'ingresso della  caverna, cadde a un tratto al suolo, forse perché ricordava il patto stretto dalla donna col gatto; e quando andò a raccoglierla, vide il gatto  seduto a  tutto suo agio nella caverna.
--O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico,--disse il gatto,-- sono io. Tu  dicesti una  parola in lode ed io  posso stare nella  caverna per sempre, e sempre. Pure io  sono il gatto che se ne va solo, e tutti i luoghi gli sono  uguali.
La donna si sentì presa da una gran collera, ma  si  chiuse le labbra, e prese la conocchia e si mise a filare. Ma il bambino piangeva, ed era diventato  paonazzo perché il  gatto se n'era  andato, e la donna non  sapeva farlo tacere.
--O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico, --disse il gatto,--prendi un po' del filo che  hai filato e legalo al fuso con un sassolino, e trascinalo sul pavimento ed io  ti  mostrerò un gioco che  divertirà tanto il bambino.
--Lo farò-- disse  la donna-- perché non  ne posso più; ma non te ne sarò grata.continua

mercoledì 23 gennaio 2019

Il gatto che se ne andava solo di Rudyard Kipling 1°parte

21-1-1019
Sentite ciò che avvenne quando tutti gli  animali domestici erano selvaggi. Il cane era  selvaggio e il cavallo era selvaggio e il bue era selvaggio e la pecora era selvaggia e il  porco era selvaggio__quanto più poteva selvaggio_e se n'andavano per  foreste  selvagge e  umide nella loro solitudine selvaggia. Ma il più selvaggio di  tutti  questi animali selvaggi era il gatto, che se n'andava per  conto suo, e tutti i luoghi gli erano uguali.
Naturalmente anche l'uomo era selvaggio, spaventosamente selvaggio.Non  cominciò ad  addomesticarsi che  quando incontrò la donna che gli disse che  non le piaceva quella sua vita così selvaggia. Essa scelse una bella  caverna asciutta,  sparse della sabbia pulita sul  suolo, accese un bel  fuoco di legna, appese una pelle secca di cavallo selvaggio, a  coda in giù, a traverso l'apertura della caverna,e disse:_Asciugati i piedi, quando entri, ché ora  abbiamo  messo  su casa. Quella sera essi  mangiarono carne di pecora selvaggia arrostita sulle  pietre roventi, e condita d'aglio selvaggio,e  ripiena di riso selvaggio e di fiengreco o trigonella selvaggio e di coriandoli selvaggi;e ossa midollose di manzo selvaggio,e ciliege selvagge e granadiglie selvagge. L'uomo andò a dormire accanto al fuoco,  sentendosi felice; la  donna rimase in piedi a pettinarsi.Prese l'osso di una spalla di montone e osservò gli strani segni che v'erano incisi, e gettò altra  legna sul fuoco, e fece il primo incantesimo sulla  terra. Fuori, nelle foreste umide e selvagge, donde si  poteva veder di  lontano la luce del fuoco,si  raccolsero tutti gli  animali selvaggi, e si  chiedevan che  fosse.
Allora il cavallo selvaggio pestò gli zoccoli e disse:
_O miei  amici, o miei nemici, perché l'uomo e la donna hanno fatto quella gran luce in  quella  gran caverna? E che  vogliono farci?E il cane selvaggio sollevò il muso e  fiutando odore di montone arrostito,disse:_Andrò  a vedere ed  osservare, e saprò;perché mi  sembra un'ottima cosa. Gatto,vieni con me.---Cucù!--- disse il gatto.---Io sono il gatto che  se ne va solo,
---Allora non possiamo essere amici,---disse il cane selvaggio, e trotterellò verso la caverna.
Quando  il cane  selvaggio  arrivò  all'ingresso della caverna, sollevò la pelle secca di cavallo col  muso e fiutò il buon odore dell'arrosto di  montone, e la donna, guardando la  scapola, lo sentì e rise, e disse:
---Ecco il primo. Animale selvaggio delle foreste selvagge, che vuoi?Il cane selvaggio disse:
--O mia nemica e moglie del mio nemico, di  che cosa è  questo buon  odore nelle foreste selvagge?
Allora la donna raccolse un osso del montone arrostito e lo gettò al cane selvaggio, e disse:
--Animale selvaggio, uscito dalle  foreste selvagge, prendi ed  assaggia.
Il cane selvaggio addentò l'osso, che gli parve il più  delizioso di quanti cibi avesse mai assaggiati,e disse:---O  mia nemica e moglie del mio nemico, dammene un  altro.
La donna  disse:Animale selvaggio,uscito dalle foreste selvagge, aiuta il mio uomo nella caccia durante il giorno e  guarda questa  caverna durante la notte, e  avrai tutte le ossa arrosto che vorrai.
--Ah!---disse il gatto, sentendo questo, --la donna è molto astuta, ma io sono  più astuto di lei.
Il cane selvaggio si  fece avanti nella caverna e andò a mettere  la  testa in grembo alla  donna, dicendo: ---O  mia  amica e moglie del mio  amico, aiuterò il  tuo uomo nella  caccia, il giorno, e la notte guarderò la vostra  caverna.
--Ah!-- disse il gatto--che  stupidissimo cane!--E se ne ritornò nelle  foreste selvagge agitando la coda,e  camminando per  conto suo. E non disse  nulla a nessuno.  Quando  l'uomo si levò disse:
---Che  fa qui  questo cane selvaggio?
E la donna disse:
---Non  si chiama  più cane selvaggio, ma  il primo amico, perché sarà nostro amico sempre,e sempre. Conducilo con te  quando vai a caccia.
La sera appresso la donna tagliò delle  grandi bracciate di erba fresca sui prati,e l'asciugò innanzi al fuoco, così che  odorava come fieno falciato allora,e si  sedè all'ingresso della caverna; tagliò una striscia della pelle di cavallo, guardò la scapola del montone e fece un'incantesimo, il secondo incantesimo sulla terra. Fuori, nelle foreste selvagge, tutti gli  animali si domandavano che  ne fosse del cane selvaggio, e finalmente il cavallo selvaggio scalpitò e disse:
--Andrò  io a vedere perché non  è ritornato il cane selvaggio. Gatto vieni con me.
--Cucù!--disse il gatto---io sono il gatto che  se ne va solo e  tutti i luoghi mi sono uguali. Non vengo.
Ma cautamente, molto cautamente,seguì il cavallo selvaggio, e  si nascose dove poteva udir tutto. Quando la donna vide il cavallo correre e impigliarsi nella lunga criniera rise e disse:
--Ecco il secondo. Animale selvaggio,uscito dalle foreste selvagge, che vuoi?
Il  cavallo selvaggio disse:---O mia nemica e moglie del mio nemico, dov'è il cane selvaggio?
La  donna rise; prese la scapola,l'osservò e disse:
--Animale selvaggio, venuto dalle foreste selvagge, tu non  sei venuto qui per il cane selvaggio,ma per l'amore di questa buon'erba.
E  il cavallo selvaggio, scalpitando e  inciampando nella  lunga criniera, disse:
---è  vero, dammi da mangiare.
La donna disse:

--Animale  selvaggio, venuto dalle  foreste selvagge, china la testa selvaggia e porta ciò che ti do , e tu mangerai l'erba meravigliosa tre volte al giorno.
-Ah!-- disse il gatto udendo questo,-- la  donna è astuta, ma io sono più astuto di lei!
Il cavallo selvaggio piegò la testa selvaggia, e la donna  la strinse nella cavezza, e il cavallo selvaggio respirò ai piedi della donna, e disse:
--O mia padrona e moglie del mio padrone, io sarò tuo servitore per  amore dell'erba meravigliosa.
-Ah!-- disse il gatto, udendo questo,--che stupidissimo cavallo! E se ne tornò nelle foreste umide e selvagge, agitando la coda e  andandosene via solo per  conto suo. Ma  non  disse nulla  a nessuno. Quando  l'uomo e il cane  ritornarono dalla caccia, l'uomo disse:--Cosa fa  il cavallo selvaggio? E la donna disse:
--Non si chiama più cavallo selvaggio, ma  il primo servitore perché ci porterà sempre, e sempre da una parte all'altra. Cavalcalo quando vai a caccia.
Il giorno appresso, tenendo la testa bassa, perché le corna non  inceppassero negli alberi selvaggi, la vacca selvaggia si diresse alla  caverna e il gatto la seguì, e si nascose come  aveva fatto, altre volte; e  tutto andò come le altre  volte; e il gatto disse le stesse  cose delle  altre  volte. E quando la vacca selvaggia ebbe  promesso di  dare il suo latte alla donna ogni giorno in  compenso dell'erba meravigliosa,il gatto se ne  ritornò nelle  foreste umide e selvagge, agitando la coda, camminando nella  sua solitudine selvaggia, appunto come le altre volte Ma non disse mai nulla a nessuno. E quando l'uomo,il cavallo e il cane tornarono a casa dalla  caccia e l'uomo fece le stesse  domande  delle altre volte, la donna  disse:
---Non si chiama più vacca selvaggia, ma  la  dispensatrice di  buon cibo. Essa ci  darà il tiepido latte sempre, e sempre ed io  l'accudirò mentre tu e il primo amico e il  primo servitore andrete a caccia.
Il giorno  appresso il gatto  aspettò per vedere se  qualche altro animale selvaggio si  dirigesse alla caverna, ma  nessuno  si mosse nelle foreste umide e selvagge; e allora egli vi  andò solo, e vide la donna che  mungeva la vacca, e vide la luce del fuoco nella caverna e  odorò l'odore del latte bianco e caldo.  Il gatto disse:
-O  mia  nemica e moglie  del mio  nemico, dove è andata la vacca?   La donna rise e disse:
----Animale  selvaggio, venuto dalle foreste selvagge,ritorna nelle foreste selvagge, perché ho  annodato i miei capelli e ho  messo da parte la scapola magica, e non  abbiamo più  bisogno di amici e servitori nella caverna.  Il gatto disse:
---Io non sono un amico e non sono  un servo.Io  sono il gatto che se ne va solo e desidero di  venire nella caverna. La donna disse:
---Allora perché  non venisti col primo amico, la prima sera?    Il gatto si adirò e disse:
---T'ha  il cane selvaggio detto qualcosa?  Allora  la donna rise e disse:
----Tu sei il gatto che se ne va  solo, e  tutti i  luoghi ti  sono uguali.Tu non sei nè un amico nè un servo. L'hai detto tu stesso. Va'  via , e  cammina da te indifferentemente in tutti i luoghi. Il gatto finse di essere triste e disse:
---Non debbo entrar mai  nella caverna? Non  debbo  mai sedermi accanto al fuoco? Non debbo bere mai il caldo e bianco  latte? Tu sei molto savia e molto  bella. Non  dovresti esser crudele neanche con un gatto.  La donna disse:
--Lo sapevo di essere savia, ma  non  sapevo di esser bella. Così io  farò con te un  patto. Se  io dico in  tua lode una parola, tu  puoi entrare nella caverna.
--E se ne dici due  di parole?-- disse il gatto.
---Non le dirò mai , ma se ne dico  due, puoi sederti accanto al fuoco nella caverna.
--E se ne dici  tre?-- disse il gatto.
---Non le dirò mai ,ma se  dico tre  parole in tua lode, puoi bere il latte tre volte al giorno.  Allora il gatto inarcò il dorso e disse:
--Ora  lascia la cortina all'ingresso della caverna, e il fuoco, e  ricorda ciò  che ha detto la mia nemica e la moglie  del mio nemico.
E se ne andò attraverso le foreste umide e selvagge, agitando la  coda selvaggia e camminando selvaggiamente solo. Quella sera quando l'uomo  e il cavallo tornarono a casa dalla caccia,  la donna tacque del patto stretto col  gatto, perché temeva che loro  potesse dispiacere. Il gatto andò lontano, molto lontano,e si nascose nelle foreste umide e selvagge nella  sua  solitudine selvaggia, per  lungo tempo, finché la  donna dimenticò tutto  di lui. Soltanto il pipistrello, il piccolo pipistrello che dormiva a testa giù nella caverna, sapeva dove il gatto si nascondeva; e ogni sera il pipistrello se ne  andava, volando,dal gatto, a informarlo di ciò  che  accadeva. Una sera il pipistrello disse:
---V'è un bambino nella caverna. è  nuovo e roseo e grasso e piccino e la donna lo ama molto.
---Ah!-- disse il gatto udendo questo;---ma al  bambino che cosa piace?
--Gli piace di esser trastullato-- disse il  pipistrello---e gli piace tutto.
---Ah!-- disse il gatto.---Questo è il tempo.-------continua.

venerdì 18 gennaio 2019

per: " il giorno della memoria"

18-1-2018
Dal : "Diario di Anna Frank"
Ho letto questo  libro  quando avevo l'età della protagonista; ho vissuto la lettura come se avessi Anna accanto a me e l'ho considerata una mia cara amica. Devo a lei se poi ho iniziato a scrivere anch'io un ,diario.
Sabato, 20 giugno 1942
Per alcuni giorni non  ho scritto nulla, perché prima ho  voluto riflettere un poco su  questa idea del diario. Per una  come me, scrivere un diario fa  un curioso effetto. Non  soltanto perché non  ho  mai  scritto, ma perché mi  sembra che più tardi nè io nè altri potremo trovare interessanti gli sfoghi di una scolaretta di tredici anni. Però, a dire il vero, non  è di questo che  si tratta; a me piace scrivere e  sopratutto aprire il mio  cuore su ogni sorta di cose, a fondo e completamente.
"La  carta è più paziente degli uomini",rimugino entro di me questa massima in una delle giornate un po' melanconiche mentre  sedevo annoiata con la testa fra le mani, incerta se uscire o restare in  casa, e finivo col rimanermene nello stesso posto a  fantasticare. Proprio così, la carta è paziente, e  siccome non  ho  affatto intenzione di far poi leggere ad altri questo quaderno rilegato di cartone che porta il pomposo nome di" diario", salvo il caso che mi  capiti un  giorno di  trovare un amico o un'amica che siano veramente l'amico o l'amica, così la  faccenda non  riguarda che me.Eccomi al  punto da cui ha  preso origine quest'idea del diario:io non ho un'amica.
Per essere più chiara debbo aggiungere una  spiegazione, giacché nessuno potrebbe credere che una ragazza di  tredici anni sia sola al  mondo.Neppur questo è vero: ho  dei cari genitori e una sorella di sedici anni; conosco, tutto sommato, una  trentina di ragazze di  alcune delle  quali potreste dire che sono mie amiche....Ho  dei parenti, care zie e cari zii, un buon ambiente familiare; no,  apparentemente non  mi manca nulla, salvo l'amica. Con  nessuno dei miei conoscenti posso far  altro che chiacchierare, nè parlar d'altro che dei piccoli fatti quotidiani. Non  c'è  modo di  diventar più intimi, ecco il punto. Forse questa mancanza  di  confidenza è colpa mia; comunque è  una realtà ed è un peccato non poterci fare nulla. Perciò questo diario
Mia cara amica, il tuo diario è stato ed è letto da tante piccole coetanee, con il tuo candore di ragazzina hai sconfitto i tuoi assassini,grazie Anna