30-1-2019
Un piccolo bruco camminava verso una grande montagna. Lungo la strada incontrò una coccinella che gli chiese:
"Dove vai?".
Il bruco rispose:
"Ieri ho fatto un sogno nel quale mi trovavo sulla cima di una montagna e da lì potevo vedere tutta la valle. Oggi voglio realizzare il mio sogno."
Sorpresa, la coccinella gli disse:
"Devi essere pazzo! Tu sei un piccolo bruco. Per te,un sassolino sarà una montagna, una pozzanghera sarà un mare e ogni cespuglio sarà una barriera impossibile da oltrepassare".
Ma il piccolo bruco era già lontano e non la sentì. Incontrò un coniglio:
"Dove vai con tanto sforzo?"
Il piccolo bruco rispose:
"Ieri sera ho fatto un sogno, ho sognato di essere sulla cima di una montagna e da li potevo ammirare tutta la valle. Mi è piaciuto quello che ho visto e oggi voglio realizzare il mio sogno."
Il coniglio si mise a ridere,e disse:
"Nemmeno io, con le mie grandi zampe e con i miei grandi salti, affronterei un'impresa così difficile."
E, ridendo, rimase a osservare il piccolo bruco mentre procedeva per la sua strada. La stessa cosa accadde con la rana , la talpa e il topo. Tutti gli consigliarono di fermarsi,dicendo:
"Non arriverai mai----!"
Ma il piccolo bruco, determinato e coraggioso, continuò a camminare. Stremato e senza forze, ad un tratto decise di fermarsi a riposare. Con un ultimo sforzo si preparò un posto per dormire quella notte.
"Così mi sentirò meglio" disse il piccolo bruco. Ma morì. Per giorni, gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti. Lì c'era l'animale più pazzo del mondo, lì c'era l'ultimo rifugio di un piccolo bruco morto per aver inseguito un sogno. All'improvviso però quel bocciolo grigiastro, si ruppe. Comparvero due occhioni,due antenne e due bellissime ali dai colori stupendi. Era una farfalla!
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mercoledì 30 gennaio 2019
lunedì 28 gennaio 2019
Il gatto che se ne andava solo di ; Rudyard Kipling 3° parte
28-1-2019
Così legò il filo con un sassolino al fuso, e lo tirò sul pavimento e il gatto corse dietro al sassolino e lo carezzò con la zampa, e se lo fece rotare di sotto, e lo inseguì tra le gambe posteriori e finse di perderlo, e poi a un tratto lo riprese con un balzo, e il bambino rideva, rideva, e si sforzava di afferrare il gatto, andando carponi sul suolo della caverna, finché si sentì stanco e si sdraiò per dormire col gatto fra le braccia.
---Ora --disse il gatto, -- canterò al bambino una canzone che lo terrà addormentato per un'ora.---E cominciò a far le fusa in tono alto e basso,basso e alto, finché il bambino si addormentò. La donna sorrise guardandoli entrambi, e disse:
---Ti sei condotto a meraviglia. Non c'è dubbio, tu sei molto abile, o gatto.
---In quello stesso minuto e in quello stesso secondo, cari miei, il fumo del fuoco della caverna discese a nuvole dal tetto--puff!--perché ricordava il patto che s'era stretto col gatto; e quando svanì, il gatto s'era seduto a tutto suo agio accanto al fuoco.
---O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico, ---disse il gatto--sono io; giacché tu hai detto una seconda parola in mia lode, io posso sedermi accanto al fuoco nel fondo della caverna per sempre, sempre. Pure io sono ancora il gatto che se ne va solo e tutti i luoghi gli sono uguali.
Allora la donna si mostrò molto, molto inquieta e si lasciò cader le trecce sulle spalle e mise altra legna sul fuoco e, ripresa la larga e grossa scapola di montone, cominciò a fare un incantesimo che le impedisse di dire una terza parola in lode del gatto. Era un incantesimo tranquillo e la caverna era diventata così tranquilla che un grazioso e piccolo topolino spuntò da un angolo e traversò il pavimento.
--O mia nemica e moglie del mio nemico --disse il gatto,--- quel topolino fa forse parte del tuo incantesimo?
--Uh! no, no!-- disse la donna, facendo cadere la scapola e saltando sullo sgabello accanto al fuoco, reggendosi le trecce per paura che il topolino vi si aggrappasse.
--Ah!--disse il gatto, in atteggiamento di vigilanza,-- allora il topo non mi farà male, se lo mangio?
--Ah!--disse la donna reggendosi i capelli, -- mangialo immediatamente ed io te ne sarò grata.
Il gatto diede un balzo ed acchiappò il topolino, e la dona disse:
--Mille grazie. Neanche il primo amico è così svelto. Tu sei molto saggio.
In quello stesso minuto e in quello stesso secondo, cari miei, il vaso del latte che stava accanto al fuoco si fece in due pezzi-ffft!-- perché ricordava il patto concluso col gatto; e quando la donna discese dallo sgabello,il gatto se ne stava tranquillamente a lambire il latte caldo e bianco,rimasto nel fondo rotto del vaso.
--O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico,-- disse il gatto-- sono io . Giacché hai detto tre parole in mia lode, io posso bere il latte bianco e caldo tre volte al giorno per sempre, e sempre. Pure io sono ancora il gatto che se ne va solo, e tutti i luoghi gli sono uguali.
Allora la donna rise e gli diede al gatto una scodella di latte caldo e bianco, e disse:
--O gatto , tu sei abile quanto un uomo; ma ricordati che il tuo patto non fu concordato con l'uomo e con il cane, ed io non so che faranno essi al loro ritorno.
--Che m'importa?-- disse il gatto.--Se io ho il mio posto accanto al fuoco nella caverna e il mio latte caldo e bianco per tre volte al giorno,non mi curo di ciò che diranno l'uomo e il cane. Quella sera, quando l'uomo e il cane ritornarono alla caverna, la donna narrò loro del patto, mentre il gatto sedeva accanto al fuoco e sorrideva. Allora l'uomo disse:
--Si , ma egli non ha fatto un contratto con me e con tutti gli uomini dopo di me.
Allora si cavò gli stivali e prese la piccola accetta di pietra( che fa tre);prese anche un pezzo di legno e un'ascia( che in totale fa cinque) e li mise in fila, dicendo:
--Ora faremo il nostro patto. Se non acchiappi i sorci quando sarai nella caverna, ti getterò appresso questi cinque oggetti quando ti vedrò, e così faranno gli uomini dopo di me.
--Ah!--disse la donna --il gatto è molto abile, ma non quanto il mio uomo.
Il gatto contò i cinque oggetti( che avevano un aspetto molto bitorzoluto) e disse:
--Acchiapperò i sorci sempre, quando sarò nella caverna; pure ancora il gatto se ne va solo, e fa lo stesso conto di tutti i luoghi.
--Non quando ti sono vicino, --disse l'uomo.-- Se tu non avessi detto quest'ultima parola, io avrei messo da parte tutte queste cose per sempre,e sempre;ma ora ti getterò dietro gli stivali e la piccola accetta di pietra(che fa tre) tutte le volte che t'incontrerò. E così tutti gli uomini dopo di me. Allora disse il cane:
--Aspetta un minuto. Egli con me non ha fatto patti e neanche con tutti i cani dopo di me.
E mise in mostra i denti e disse:
--Se tu non sarai sempre cortese col bambino mentre io sarò nella caverna,ti correrò dietro finché ti acchiapperò e quando ti avrò acchiappato ti morderò; e ti perseguiterò sugli alberi quante volte ti incontrerò. E così tutti i cani dopo di me.
Ah!-- disse la donna ascoltando--il gatto è molto abile ma non quanto il cane.
Il gatto contò i denti del cane( apparivano molto aguzzi) e disse:
--Sarò gentile col bambino mentre sono nella caverna, finché non mi tiri la coda troppo forte, per sempre, e sempre. Pure sono ancora il gatto che se ne va solo e tutti i luoghi gli sono uguali.
--Non quando ti sono vicino--gli disse il cane.-- Se tu non avessi detto quest'ultima cosa, io mi sarei chiusa la bocca per sempre, e sempre. Ma ore ti caccerò su un albero quante volte ti incontrerò. E così faranno tutti i cani dopo di me.
Allora l'uomo tirò gli stivali e la piccola accetta di pietra(che fa tre) al gatto, e il gatto si slanciò fuori della caverna, e il cane lo perseguitò su un albero; e da allora in poi, tre uomini su cinque, sempre tirano degli oggetti al gatto, quando lo incontrano, e tutti i cani a modo lo cacciano su un albero.
Ma il gatto, da parte sua,mantiene il patto. Acchiappa i sorci, ed è gentile con i bambini quando è in casa, se non gli tirano la coda troppo forte. a quando ha fatto questo, e a intervalli, e quando spunta la luna e viene notte, egli è il gatto che se ne va solo, e fa lo stesso conto di tutti i luoghi. Allora se ne va nelle foreste umide e selvagge o sugli alberi umidi e selvaggi o sui tetti umidi e selvaggi, agitando la coda selvaggia e camminando in solitudine selvaggia. fine della fiaba
Così legò il filo con un sassolino al fuso, e lo tirò sul pavimento e il gatto corse dietro al sassolino e lo carezzò con la zampa, e se lo fece rotare di sotto, e lo inseguì tra le gambe posteriori e finse di perderlo, e poi a un tratto lo riprese con un balzo, e il bambino rideva, rideva, e si sforzava di afferrare il gatto, andando carponi sul suolo della caverna, finché si sentì stanco e si sdraiò per dormire col gatto fra le braccia.
---Ora --disse il gatto, -- canterò al bambino una canzone che lo terrà addormentato per un'ora.---E cominciò a far le fusa in tono alto e basso,basso e alto, finché il bambino si addormentò. La donna sorrise guardandoli entrambi, e disse:
---Ti sei condotto a meraviglia. Non c'è dubbio, tu sei molto abile, o gatto.
---In quello stesso minuto e in quello stesso secondo, cari miei, il fumo del fuoco della caverna discese a nuvole dal tetto--puff!--perché ricordava il patto che s'era stretto col gatto; e quando svanì, il gatto s'era seduto a tutto suo agio accanto al fuoco.
---O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico, ---disse il gatto--sono io; giacché tu hai detto una seconda parola in mia lode, io posso sedermi accanto al fuoco nel fondo della caverna per sempre, sempre. Pure io sono ancora il gatto che se ne va solo e tutti i luoghi gli sono uguali.
Allora la donna si mostrò molto, molto inquieta e si lasciò cader le trecce sulle spalle e mise altra legna sul fuoco e, ripresa la larga e grossa scapola di montone, cominciò a fare un incantesimo che le impedisse di dire una terza parola in lode del gatto. Era un incantesimo tranquillo e la caverna era diventata così tranquilla che un grazioso e piccolo topolino spuntò da un angolo e traversò il pavimento.
--O mia nemica e moglie del mio nemico --disse il gatto,--- quel topolino fa forse parte del tuo incantesimo?
--Uh! no, no!-- disse la donna, facendo cadere la scapola e saltando sullo sgabello accanto al fuoco, reggendosi le trecce per paura che il topolino vi si aggrappasse.
--Ah!--disse il gatto, in atteggiamento di vigilanza,-- allora il topo non mi farà male, se lo mangio?
--Ah!--disse la donna reggendosi i capelli, -- mangialo immediatamente ed io te ne sarò grata.
Il gatto diede un balzo ed acchiappò il topolino, e la dona disse:
--Mille grazie. Neanche il primo amico è così svelto. Tu sei molto saggio.
In quello stesso minuto e in quello stesso secondo, cari miei, il vaso del latte che stava accanto al fuoco si fece in due pezzi-ffft!-- perché ricordava il patto concluso col gatto; e quando la donna discese dallo sgabello,il gatto se ne stava tranquillamente a lambire il latte caldo e bianco,rimasto nel fondo rotto del vaso.
--O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico,-- disse il gatto-- sono io . Giacché hai detto tre parole in mia lode, io posso bere il latte bianco e caldo tre volte al giorno per sempre, e sempre. Pure io sono ancora il gatto che se ne va solo, e tutti i luoghi gli sono uguali.
Allora la donna rise e gli diede al gatto una scodella di latte caldo e bianco, e disse:
--O gatto , tu sei abile quanto un uomo; ma ricordati che il tuo patto non fu concordato con l'uomo e con il cane, ed io non so che faranno essi al loro ritorno.
--Che m'importa?-- disse il gatto.--Se io ho il mio posto accanto al fuoco nella caverna e il mio latte caldo e bianco per tre volte al giorno,non mi curo di ciò che diranno l'uomo e il cane. Quella sera, quando l'uomo e il cane ritornarono alla caverna, la donna narrò loro del patto, mentre il gatto sedeva accanto al fuoco e sorrideva. Allora l'uomo disse:
--Si , ma egli non ha fatto un contratto con me e con tutti gli uomini dopo di me.
Allora si cavò gli stivali e prese la piccola accetta di pietra( che fa tre);prese anche un pezzo di legno e un'ascia( che in totale fa cinque) e li mise in fila, dicendo:
--Ora faremo il nostro patto. Se non acchiappi i sorci quando sarai nella caverna, ti getterò appresso questi cinque oggetti quando ti vedrò, e così faranno gli uomini dopo di me.
--Ah!--disse la donna --il gatto è molto abile, ma non quanto il mio uomo.
Il gatto contò i cinque oggetti( che avevano un aspetto molto bitorzoluto) e disse:
--Acchiapperò i sorci sempre, quando sarò nella caverna; pure ancora il gatto se ne va solo, e fa lo stesso conto di tutti i luoghi.
--Non quando ti sono vicino, --disse l'uomo.-- Se tu non avessi detto quest'ultima parola, io avrei messo da parte tutte queste cose per sempre,e sempre;ma ora ti getterò dietro gli stivali e la piccola accetta di pietra(che fa tre) tutte le volte che t'incontrerò. E così tutti gli uomini dopo di me. Allora disse il cane:
--Aspetta un minuto. Egli con me non ha fatto patti e neanche con tutti i cani dopo di me.
E mise in mostra i denti e disse:
--Se tu non sarai sempre cortese col bambino mentre io sarò nella caverna,ti correrò dietro finché ti acchiapperò e quando ti avrò acchiappato ti morderò; e ti perseguiterò sugli alberi quante volte ti incontrerò. E così tutti i cani dopo di me.
Ah!-- disse la donna ascoltando--il gatto è molto abile ma non quanto il cane.
Il gatto contò i denti del cane( apparivano molto aguzzi) e disse:
--Sarò gentile col bambino mentre sono nella caverna, finché non mi tiri la coda troppo forte, per sempre, e sempre. Pure sono ancora il gatto che se ne va solo e tutti i luoghi gli sono uguali.
--Non quando ti sono vicino--gli disse il cane.-- Se tu non avessi detto quest'ultima cosa, io mi sarei chiusa la bocca per sempre, e sempre. Ma ore ti caccerò su un albero quante volte ti incontrerò. E così faranno tutti i cani dopo di me.
Allora l'uomo tirò gli stivali e la piccola accetta di pietra(che fa tre) al gatto, e il gatto si slanciò fuori della caverna, e il cane lo perseguitò su un albero; e da allora in poi, tre uomini su cinque, sempre tirano degli oggetti al gatto, quando lo incontrano, e tutti i cani a modo lo cacciano su un albero.
Ma il gatto, da parte sua,mantiene il patto. Acchiappa i sorci, ed è gentile con i bambini quando è in casa, se non gli tirano la coda troppo forte. a quando ha fatto questo, e a intervalli, e quando spunta la luna e viene notte, egli è il gatto che se ne va solo, e fa lo stesso conto di tutti i luoghi. Allora se ne va nelle foreste umide e selvagge o sugli alberi umidi e selvaggi o sui tetti umidi e selvaggi, agitando la coda selvaggia e camminando in solitudine selvaggia. fine della fiaba
giovedì 24 gennaio 2019
Il gatto che se ne andava solo di Rudyard Kipling 2° parte
24-1-2019
La sera appresso il gatto attraversò le foreste umide e selvagge, se ne stette nascosto presso la caverna fino all'alba, e l'uomo e il cane e il cavallo uscirono a caccia.La donna era affaccendata a cucinare quella mattina, e il bambino piangeva e la interrompeva. Così lo portò fuori dalla caverna e gli diede una manata di sassolini perché si trastullasse.Ma il bambino continuava a piangere. Allora il gatto sporse la zampa inguantata ed accarezzò il piccino sulla guancia, e quegli rideva. Il gatto si strofinò contro le grasse ginocchia del bambino, vellicandogli il mento con la coda e quegli rideva; e la donna udiva e sorrideva. Allora il pipistrello disse:
---O mia ospite e moglie del mio ospite e madre del figlio del mio ospite, un animale selvaggio venuto dalle foreste selvagge giuoca col tuo bambino.
--Benedetto l'animale selvaggio, chiunque sia!--- disse la donna, premendosi, il dorso-- perché questa mattina ebbi molto da fare ed esso m'ha reso un servigio.
In quello stesso minuto e in quello stesso secondo, la cortina di pelle secca di cavallo, messa a coda in giù a traverso all'ingresso della caverna, cadde a un tratto al suolo, forse perché ricordava il patto stretto dalla donna col gatto; e quando andò a raccoglierla, vide il gatto seduto a tutto suo agio nella caverna.
--O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico,--disse il gatto,-- sono io. Tu dicesti una parola in lode ed io posso stare nella caverna per sempre, e sempre. Pure io sono il gatto che se ne va solo, e tutti i luoghi gli sono uguali.
La donna si sentì presa da una gran collera, ma si chiuse le labbra, e prese la conocchia e si mise a filare. Ma il bambino piangeva, ed era diventato paonazzo perché il gatto se n'era andato, e la donna non sapeva farlo tacere.
--O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico, --disse il gatto,--prendi un po' del filo che hai filato e legalo al fuso con un sassolino, e trascinalo sul pavimento ed io ti mostrerò un gioco che divertirà tanto il bambino.
--Lo farò-- disse la donna-- perché non ne posso più; ma non te ne sarò grata.continua
La sera appresso il gatto attraversò le foreste umide e selvagge, se ne stette nascosto presso la caverna fino all'alba, e l'uomo e il cane e il cavallo uscirono a caccia.La donna era affaccendata a cucinare quella mattina, e il bambino piangeva e la interrompeva. Così lo portò fuori dalla caverna e gli diede una manata di sassolini perché si trastullasse.Ma il bambino continuava a piangere. Allora il gatto sporse la zampa inguantata ed accarezzò il piccino sulla guancia, e quegli rideva. Il gatto si strofinò contro le grasse ginocchia del bambino, vellicandogli il mento con la coda e quegli rideva; e la donna udiva e sorrideva. Allora il pipistrello disse:
---O mia ospite e moglie del mio ospite e madre del figlio del mio ospite, un animale selvaggio venuto dalle foreste selvagge giuoca col tuo bambino.
--Benedetto l'animale selvaggio, chiunque sia!--- disse la donna, premendosi, il dorso-- perché questa mattina ebbi molto da fare ed esso m'ha reso un servigio.
In quello stesso minuto e in quello stesso secondo, la cortina di pelle secca di cavallo, messa a coda in giù a traverso all'ingresso della caverna, cadde a un tratto al suolo, forse perché ricordava il patto stretto dalla donna col gatto; e quando andò a raccoglierla, vide il gatto seduto a tutto suo agio nella caverna.
--O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico,--disse il gatto,-- sono io. Tu dicesti una parola in lode ed io posso stare nella caverna per sempre, e sempre. Pure io sono il gatto che se ne va solo, e tutti i luoghi gli sono uguali.
La donna si sentì presa da una gran collera, ma si chiuse le labbra, e prese la conocchia e si mise a filare. Ma il bambino piangeva, ed era diventato paonazzo perché il gatto se n'era andato, e la donna non sapeva farlo tacere.
--O mia nemica e moglie del mio nemico e madre del mio nemico, --disse il gatto,--prendi un po' del filo che hai filato e legalo al fuso con un sassolino, e trascinalo sul pavimento ed io ti mostrerò un gioco che divertirà tanto il bambino.
--Lo farò-- disse la donna-- perché non ne posso più; ma non te ne sarò grata.continua
mercoledì 23 gennaio 2019
Il gatto che se ne andava solo di Rudyard Kipling 1°parte
21-1-1019
Sentite ciò che avvenne quando tutti gli animali domestici erano selvaggi. Il cane era selvaggio e il cavallo era selvaggio e il bue era selvaggio e la pecora era selvaggia e il porco era selvaggio__quanto più poteva selvaggio_e se n'andavano per foreste selvagge e umide nella loro solitudine selvaggia. Ma il più selvaggio di tutti questi animali selvaggi era il gatto, che se n'andava per conto suo, e tutti i luoghi gli erano uguali.
Naturalmente anche l'uomo era selvaggio, spaventosamente selvaggio.Non cominciò ad addomesticarsi che quando incontrò la donna che gli disse che non le piaceva quella sua vita così selvaggia. Essa scelse una bella caverna asciutta, sparse della sabbia pulita sul suolo, accese un bel fuoco di legna, appese una pelle secca di cavallo selvaggio, a coda in giù, a traverso l'apertura della caverna,e disse:_Asciugati i piedi, quando entri, ché ora abbiamo messo su casa. Quella sera essi mangiarono carne di pecora selvaggia arrostita sulle pietre roventi, e condita d'aglio selvaggio,e ripiena di riso selvaggio e di fiengreco o trigonella selvaggio e di coriandoli selvaggi;e ossa midollose di manzo selvaggio,e ciliege selvagge e granadiglie selvagge. L'uomo andò a dormire accanto al fuoco, sentendosi felice; la donna rimase in piedi a pettinarsi.Prese l'osso di una spalla di montone e osservò gli strani segni che v'erano incisi, e gettò altra legna sul fuoco, e fece il primo incantesimo sulla terra. Fuori, nelle foreste umide e selvagge, donde si poteva veder di lontano la luce del fuoco,si raccolsero tutti gli animali selvaggi, e si chiedevan che fosse.
Allora il cavallo selvaggio pestò gli zoccoli e disse:
_O miei amici, o miei nemici, perché l'uomo e la donna hanno fatto quella gran luce in quella gran caverna? E che vogliono farci?E il cane selvaggio sollevò il muso e fiutando odore di montone arrostito,disse:_Andrò a vedere ed osservare, e saprò;perché mi sembra un'ottima cosa. Gatto,vieni con me.---Cucù!--- disse il gatto.---Io sono il gatto che se ne va solo,
---Allora non possiamo essere amici,---disse il cane selvaggio, e trotterellò verso la caverna.
Quando il cane selvaggio arrivò all'ingresso della caverna, sollevò la pelle secca di cavallo col muso e fiutò il buon odore dell'arrosto di montone, e la donna, guardando la scapola, lo sentì e rise, e disse:
---Ecco il primo. Animale selvaggio delle foreste selvagge, che vuoi?Il cane selvaggio disse:
--O mia nemica e moglie del mio nemico, di che cosa è questo buon odore nelle foreste selvagge?
Allora la donna raccolse un osso del montone arrostito e lo gettò al cane selvaggio, e disse:
--Animale selvaggio, uscito dalle foreste selvagge, prendi ed assaggia.
Il cane selvaggio addentò l'osso, che gli parve il più delizioso di quanti cibi avesse mai assaggiati,e disse:---O mia nemica e moglie del mio nemico, dammene un altro.
La donna disse:Animale selvaggio,uscito dalle foreste selvagge, aiuta il mio uomo nella caccia durante il giorno e guarda questa caverna durante la notte, e avrai tutte le ossa arrosto che vorrai.
--Ah!---disse il gatto, sentendo questo, --la donna è molto astuta, ma io sono più astuto di lei.
Il cane selvaggio si fece avanti nella caverna e andò a mettere la testa in grembo alla donna, dicendo: ---O mia amica e moglie del mio amico, aiuterò il tuo uomo nella caccia, il giorno, e la notte guarderò la vostra caverna.
--Ah!-- disse il gatto--che stupidissimo cane!--E se ne ritornò nelle foreste selvagge agitando la coda,e camminando per conto suo. E non disse nulla a nessuno. Quando l'uomo si levò disse:
---Che fa qui questo cane selvaggio?
E la donna disse:
---Non si chiama più cane selvaggio, ma il primo amico, perché sarà nostro amico sempre,e sempre. Conducilo con te quando vai a caccia.
La sera appresso la donna tagliò delle grandi bracciate di erba fresca sui prati,e l'asciugò innanzi al fuoco, così che odorava come fieno falciato allora,e si sedè all'ingresso della caverna; tagliò una striscia della pelle di cavallo, guardò la scapola del montone e fece un'incantesimo, il secondo incantesimo sulla terra. Fuori, nelle foreste selvagge, tutti gli animali si domandavano che ne fosse del cane selvaggio, e finalmente il cavallo selvaggio scalpitò e disse:
--Andrò io a vedere perché non è ritornato il cane selvaggio. Gatto vieni con me.
--Cucù!--disse il gatto---io sono il gatto che se ne va solo e tutti i luoghi mi sono uguali. Non vengo.
Ma cautamente, molto cautamente,seguì il cavallo selvaggio, e si nascose dove poteva udir tutto. Quando la donna vide il cavallo correre e impigliarsi nella lunga criniera rise e disse:
--Ecco il secondo. Animale selvaggio,uscito dalle foreste selvagge, che vuoi?
Il cavallo selvaggio disse:---O mia nemica e moglie del mio nemico, dov'è il cane selvaggio?
La donna rise; prese la scapola,l'osservò e disse:
--Animale selvaggio, venuto dalle foreste selvagge, tu non sei venuto qui per il cane selvaggio,ma per l'amore di questa buon'erba.
E il cavallo selvaggio, scalpitando e inciampando nella lunga criniera, disse:
---è vero, dammi da mangiare.
La donna disse:
--Animale selvaggio, venuto dalle foreste selvagge, china la testa selvaggia e porta ciò che ti do , e tu mangerai l'erba meravigliosa tre volte al giorno.
-Ah!-- disse il gatto udendo questo,-- la donna è astuta, ma io sono più astuto di lei!
Il cavallo selvaggio piegò la testa selvaggia, e la donna la strinse nella cavezza, e il cavallo selvaggio respirò ai piedi della donna, e disse:
--O mia padrona e moglie del mio padrone, io sarò tuo servitore per amore dell'erba meravigliosa.
-Ah!-- disse il gatto, udendo questo,--che stupidissimo cavallo! E se ne tornò nelle foreste umide e selvagge, agitando la coda e andandosene via solo per conto suo. Ma non disse nulla a nessuno. Quando l'uomo e il cane ritornarono dalla caccia, l'uomo disse:--Cosa fa il cavallo selvaggio? E la donna disse:
--Non si chiama più cavallo selvaggio, ma il primo servitore perché ci porterà sempre, e sempre da una parte all'altra. Cavalcalo quando vai a caccia.
Il giorno appresso, tenendo la testa bassa, perché le corna non inceppassero negli alberi selvaggi, la vacca selvaggia si diresse alla caverna e il gatto la seguì, e si nascose come aveva fatto, altre volte; e tutto andò come le altre volte; e il gatto disse le stesse cose delle altre volte. E quando la vacca selvaggia ebbe promesso di dare il suo latte alla donna ogni giorno in compenso dell'erba meravigliosa,il gatto se ne ritornò nelle foreste umide e selvagge, agitando la coda, camminando nella sua solitudine selvaggia, appunto come le altre volte Ma non disse mai nulla a nessuno. E quando l'uomo,il cavallo e il cane tornarono a casa dalla caccia e l'uomo fece le stesse domande delle altre volte, la donna disse:
---Non si chiama più vacca selvaggia, ma la dispensatrice di buon cibo. Essa ci darà il tiepido latte sempre, e sempre ed io l'accudirò mentre tu e il primo amico e il primo servitore andrete a caccia.
Il giorno appresso il gatto aspettò per vedere se qualche altro animale selvaggio si dirigesse alla caverna, ma nessuno si mosse nelle foreste umide e selvagge; e allora egli vi andò solo, e vide la donna che mungeva la vacca, e vide la luce del fuoco nella caverna e odorò l'odore del latte bianco e caldo. Il gatto disse:
-O mia nemica e moglie del mio nemico, dove è andata la vacca? La donna rise e disse:
----Animale selvaggio, venuto dalle foreste selvagge,ritorna nelle foreste selvagge, perché ho annodato i miei capelli e ho messo da parte la scapola magica, e non abbiamo più bisogno di amici e servitori nella caverna. Il gatto disse:
---Io non sono un amico e non sono un servo.Io sono il gatto che se ne va solo e desidero di venire nella caverna. La donna disse:
---Allora perché non venisti col primo amico, la prima sera? Il gatto si adirò e disse:
---T'ha il cane selvaggio detto qualcosa? Allora la donna rise e disse:
----Tu sei il gatto che se ne va solo, e tutti i luoghi ti sono uguali.Tu non sei nè un amico nè un servo. L'hai detto tu stesso. Va' via , e cammina da te indifferentemente in tutti i luoghi. Il gatto finse di essere triste e disse:
---Non debbo entrar mai nella caverna? Non debbo mai sedermi accanto al fuoco? Non debbo bere mai il caldo e bianco latte? Tu sei molto savia e molto bella. Non dovresti esser crudele neanche con un gatto. La donna disse:
--Lo sapevo di essere savia, ma non sapevo di esser bella. Così io farò con te un patto. Se io dico in tua lode una parola, tu puoi entrare nella caverna.
--E se ne dici due di parole?-- disse il gatto.
---Non le dirò mai , ma se ne dico due, puoi sederti accanto al fuoco nella caverna.
--E se ne dici tre?-- disse il gatto.
---Non le dirò mai ,ma se dico tre parole in tua lode, puoi bere il latte tre volte al giorno. Allora il gatto inarcò il dorso e disse:
--Ora lascia la cortina all'ingresso della caverna, e il fuoco, e ricorda ciò che ha detto la mia nemica e la moglie del mio nemico.
E se ne andò attraverso le foreste umide e selvagge, agitando la coda selvaggia e camminando selvaggiamente solo. Quella sera quando l'uomo e il cavallo tornarono a casa dalla caccia, la donna tacque del patto stretto col gatto, perché temeva che loro potesse dispiacere. Il gatto andò lontano, molto lontano,e si nascose nelle foreste umide e selvagge nella sua solitudine selvaggia, per lungo tempo, finché la donna dimenticò tutto di lui. Soltanto il pipistrello, il piccolo pipistrello che dormiva a testa giù nella caverna, sapeva dove il gatto si nascondeva; e ogni sera il pipistrello se ne andava, volando,dal gatto, a informarlo di ciò che accadeva. Una sera il pipistrello disse:
---V'è un bambino nella caverna. è nuovo e roseo e grasso e piccino e la donna lo ama molto.
---Ah!-- disse il gatto udendo questo;---ma al bambino che cosa piace?
--Gli piace di esser trastullato-- disse il pipistrello---e gli piace tutto.
---Ah!-- disse il gatto.---Questo è il tempo.-------continua.
Sentite ciò che avvenne quando tutti gli animali domestici erano selvaggi. Il cane era selvaggio e il cavallo era selvaggio e il bue era selvaggio e la pecora era selvaggia e il porco era selvaggio__quanto più poteva selvaggio_e se n'andavano per foreste selvagge e umide nella loro solitudine selvaggia. Ma il più selvaggio di tutti questi animali selvaggi era il gatto, che se n'andava per conto suo, e tutti i luoghi gli erano uguali.
Naturalmente anche l'uomo era selvaggio, spaventosamente selvaggio.Non cominciò ad addomesticarsi che quando incontrò la donna che gli disse che non le piaceva quella sua vita così selvaggia. Essa scelse una bella caverna asciutta, sparse della sabbia pulita sul suolo, accese un bel fuoco di legna, appese una pelle secca di cavallo selvaggio, a coda in giù, a traverso l'apertura della caverna,e disse:_Asciugati i piedi, quando entri, ché ora abbiamo messo su casa. Quella sera essi mangiarono carne di pecora selvaggia arrostita sulle pietre roventi, e condita d'aglio selvaggio,e ripiena di riso selvaggio e di fiengreco o trigonella selvaggio e di coriandoli selvaggi;e ossa midollose di manzo selvaggio,e ciliege selvagge e granadiglie selvagge. L'uomo andò a dormire accanto al fuoco, sentendosi felice; la donna rimase in piedi a pettinarsi.Prese l'osso di una spalla di montone e osservò gli strani segni che v'erano incisi, e gettò altra legna sul fuoco, e fece il primo incantesimo sulla terra. Fuori, nelle foreste umide e selvagge, donde si poteva veder di lontano la luce del fuoco,si raccolsero tutti gli animali selvaggi, e si chiedevan che fosse.
Allora il cavallo selvaggio pestò gli zoccoli e disse:
_O miei amici, o miei nemici, perché l'uomo e la donna hanno fatto quella gran luce in quella gran caverna? E che vogliono farci?E il cane selvaggio sollevò il muso e fiutando odore di montone arrostito,disse:_Andrò a vedere ed osservare, e saprò;perché mi sembra un'ottima cosa. Gatto,vieni con me.---Cucù!--- disse il gatto.---Io sono il gatto che se ne va solo,
---Allora non possiamo essere amici,---disse il cane selvaggio, e trotterellò verso la caverna.
Quando il cane selvaggio arrivò all'ingresso della caverna, sollevò la pelle secca di cavallo col muso e fiutò il buon odore dell'arrosto di montone, e la donna, guardando la scapola, lo sentì e rise, e disse:
---Ecco il primo. Animale selvaggio delle foreste selvagge, che vuoi?Il cane selvaggio disse:
--O mia nemica e moglie del mio nemico, di che cosa è questo buon odore nelle foreste selvagge?
Allora la donna raccolse un osso del montone arrostito e lo gettò al cane selvaggio, e disse:
--Animale selvaggio, uscito dalle foreste selvagge, prendi ed assaggia.
Il cane selvaggio addentò l'osso, che gli parve il più delizioso di quanti cibi avesse mai assaggiati,e disse:---O mia nemica e moglie del mio nemico, dammene un altro.
La donna disse:Animale selvaggio,uscito dalle foreste selvagge, aiuta il mio uomo nella caccia durante il giorno e guarda questa caverna durante la notte, e avrai tutte le ossa arrosto che vorrai.
--Ah!---disse il gatto, sentendo questo, --la donna è molto astuta, ma io sono più astuto di lei.
Il cane selvaggio si fece avanti nella caverna e andò a mettere la testa in grembo alla donna, dicendo: ---O mia amica e moglie del mio amico, aiuterò il tuo uomo nella caccia, il giorno, e la notte guarderò la vostra caverna.
--Ah!-- disse il gatto--che stupidissimo cane!--E se ne ritornò nelle foreste selvagge agitando la coda,e camminando per conto suo. E non disse nulla a nessuno. Quando l'uomo si levò disse:
---Che fa qui questo cane selvaggio?
E la donna disse:
---Non si chiama più cane selvaggio, ma il primo amico, perché sarà nostro amico sempre,e sempre. Conducilo con te quando vai a caccia.
La sera appresso la donna tagliò delle grandi bracciate di erba fresca sui prati,e l'asciugò innanzi al fuoco, così che odorava come fieno falciato allora,e si sedè all'ingresso della caverna; tagliò una striscia della pelle di cavallo, guardò la scapola del montone e fece un'incantesimo, il secondo incantesimo sulla terra. Fuori, nelle foreste selvagge, tutti gli animali si domandavano che ne fosse del cane selvaggio, e finalmente il cavallo selvaggio scalpitò e disse:
--Andrò io a vedere perché non è ritornato il cane selvaggio. Gatto vieni con me.
--Cucù!--disse il gatto---io sono il gatto che se ne va solo e tutti i luoghi mi sono uguali. Non vengo.
Ma cautamente, molto cautamente,seguì il cavallo selvaggio, e si nascose dove poteva udir tutto. Quando la donna vide il cavallo correre e impigliarsi nella lunga criniera rise e disse:
--Ecco il secondo. Animale selvaggio,uscito dalle foreste selvagge, che vuoi?
Il cavallo selvaggio disse:---O mia nemica e moglie del mio nemico, dov'è il cane selvaggio?
La donna rise; prese la scapola,l'osservò e disse:
--Animale selvaggio, venuto dalle foreste selvagge, tu non sei venuto qui per il cane selvaggio,ma per l'amore di questa buon'erba.
E il cavallo selvaggio, scalpitando e inciampando nella lunga criniera, disse:
---è vero, dammi da mangiare.
La donna disse:
--Animale selvaggio, venuto dalle foreste selvagge, china la testa selvaggia e porta ciò che ti do , e tu mangerai l'erba meravigliosa tre volte al giorno.
-Ah!-- disse il gatto udendo questo,-- la donna è astuta, ma io sono più astuto di lei!
Il cavallo selvaggio piegò la testa selvaggia, e la donna la strinse nella cavezza, e il cavallo selvaggio respirò ai piedi della donna, e disse:
--O mia padrona e moglie del mio padrone, io sarò tuo servitore per amore dell'erba meravigliosa.
-Ah!-- disse il gatto, udendo questo,--che stupidissimo cavallo! E se ne tornò nelle foreste umide e selvagge, agitando la coda e andandosene via solo per conto suo. Ma non disse nulla a nessuno. Quando l'uomo e il cane ritornarono dalla caccia, l'uomo disse:--Cosa fa il cavallo selvaggio? E la donna disse:
--Non si chiama più cavallo selvaggio, ma il primo servitore perché ci porterà sempre, e sempre da una parte all'altra. Cavalcalo quando vai a caccia.
Il giorno appresso, tenendo la testa bassa, perché le corna non inceppassero negli alberi selvaggi, la vacca selvaggia si diresse alla caverna e il gatto la seguì, e si nascose come aveva fatto, altre volte; e tutto andò come le altre volte; e il gatto disse le stesse cose delle altre volte. E quando la vacca selvaggia ebbe promesso di dare il suo latte alla donna ogni giorno in compenso dell'erba meravigliosa,il gatto se ne ritornò nelle foreste umide e selvagge, agitando la coda, camminando nella sua solitudine selvaggia, appunto come le altre volte Ma non disse mai nulla a nessuno. E quando l'uomo,il cavallo e il cane tornarono a casa dalla caccia e l'uomo fece le stesse domande delle altre volte, la donna disse:
---Non si chiama più vacca selvaggia, ma la dispensatrice di buon cibo. Essa ci darà il tiepido latte sempre, e sempre ed io l'accudirò mentre tu e il primo amico e il primo servitore andrete a caccia.
Il giorno appresso il gatto aspettò per vedere se qualche altro animale selvaggio si dirigesse alla caverna, ma nessuno si mosse nelle foreste umide e selvagge; e allora egli vi andò solo, e vide la donna che mungeva la vacca, e vide la luce del fuoco nella caverna e odorò l'odore del latte bianco e caldo. Il gatto disse:
-O mia nemica e moglie del mio nemico, dove è andata la vacca? La donna rise e disse:
----Animale selvaggio, venuto dalle foreste selvagge,ritorna nelle foreste selvagge, perché ho annodato i miei capelli e ho messo da parte la scapola magica, e non abbiamo più bisogno di amici e servitori nella caverna. Il gatto disse:
---Io non sono un amico e non sono un servo.Io sono il gatto che se ne va solo e desidero di venire nella caverna. La donna disse:
---Allora perché non venisti col primo amico, la prima sera? Il gatto si adirò e disse:
---T'ha il cane selvaggio detto qualcosa? Allora la donna rise e disse:
----Tu sei il gatto che se ne va solo, e tutti i luoghi ti sono uguali.Tu non sei nè un amico nè un servo. L'hai detto tu stesso. Va' via , e cammina da te indifferentemente in tutti i luoghi. Il gatto finse di essere triste e disse:
---Non debbo entrar mai nella caverna? Non debbo mai sedermi accanto al fuoco? Non debbo bere mai il caldo e bianco latte? Tu sei molto savia e molto bella. Non dovresti esser crudele neanche con un gatto. La donna disse:
--Lo sapevo di essere savia, ma non sapevo di esser bella. Così io farò con te un patto. Se io dico in tua lode una parola, tu puoi entrare nella caverna.
--E se ne dici due di parole?-- disse il gatto.
---Non le dirò mai , ma se ne dico due, puoi sederti accanto al fuoco nella caverna.
--E se ne dici tre?-- disse il gatto.
---Non le dirò mai ,ma se dico tre parole in tua lode, puoi bere il latte tre volte al giorno. Allora il gatto inarcò il dorso e disse:
--Ora lascia la cortina all'ingresso della caverna, e il fuoco, e ricorda ciò che ha detto la mia nemica e la moglie del mio nemico.
E se ne andò attraverso le foreste umide e selvagge, agitando la coda selvaggia e camminando selvaggiamente solo. Quella sera quando l'uomo e il cavallo tornarono a casa dalla caccia, la donna tacque del patto stretto col gatto, perché temeva che loro potesse dispiacere. Il gatto andò lontano, molto lontano,e si nascose nelle foreste umide e selvagge nella sua solitudine selvaggia, per lungo tempo, finché la donna dimenticò tutto di lui. Soltanto il pipistrello, il piccolo pipistrello che dormiva a testa giù nella caverna, sapeva dove il gatto si nascondeva; e ogni sera il pipistrello se ne andava, volando,dal gatto, a informarlo di ciò che accadeva. Una sera il pipistrello disse:
---V'è un bambino nella caverna. è nuovo e roseo e grasso e piccino e la donna lo ama molto.
---Ah!-- disse il gatto udendo questo;---ma al bambino che cosa piace?
--Gli piace di esser trastullato-- disse il pipistrello---e gli piace tutto.
---Ah!-- disse il gatto.---Questo è il tempo.-------continua.
venerdì 18 gennaio 2019
per: " il giorno della memoria"
18-1-2018
Dal : "Diario di Anna Frank"
Ho letto questo libro quando avevo l'età della protagonista; ho vissuto la lettura come se avessi Anna accanto a me e l'ho considerata una mia cara amica. Devo a lei se poi ho iniziato a scrivere anch'io un ,diario.
Sabato, 20 giugno 1942
Per alcuni giorni non ho scritto nulla, perché prima ho voluto riflettere un poco su questa idea del diario. Per una come me, scrivere un diario fa un curioso effetto. Non soltanto perché non ho mai scritto, ma perché mi sembra che più tardi nè io nè altri potremo trovare interessanti gli sfoghi di una scolaretta di tredici anni. Però, a dire il vero, non è di questo che si tratta; a me piace scrivere e sopratutto aprire il mio cuore su ogni sorta di cose, a fondo e completamente.
"La carta è più paziente degli uomini",rimugino entro di me questa massima in una delle giornate un po' melanconiche mentre sedevo annoiata con la testa fra le mani, incerta se uscire o restare in casa, e finivo col rimanermene nello stesso posto a fantasticare. Proprio così, la carta è paziente, e siccome non ho affatto intenzione di far poi leggere ad altri questo quaderno rilegato di cartone che porta il pomposo nome di" diario", salvo il caso che mi capiti un giorno di trovare un amico o un'amica che siano veramente l'amico o l'amica, così la faccenda non riguarda che me.Eccomi al punto da cui ha preso origine quest'idea del diario:io non ho un'amica.
Per essere più chiara debbo aggiungere una spiegazione, giacché nessuno potrebbe credere che una ragazza di tredici anni sia sola al mondo.Neppur questo è vero: ho dei cari genitori e una sorella di sedici anni; conosco, tutto sommato, una trentina di ragazze di alcune delle quali potreste dire che sono mie amiche....Ho dei parenti, care zie e cari zii, un buon ambiente familiare; no, apparentemente non mi manca nulla, salvo l'amica. Con nessuno dei miei conoscenti posso far altro che chiacchierare, nè parlar d'altro che dei piccoli fatti quotidiani. Non c'è modo di diventar più intimi, ecco il punto. Forse questa mancanza di confidenza è colpa mia; comunque è una realtà ed è un peccato non poterci fare nulla. Perciò questo diario
Mia cara amica, il tuo diario è stato ed è letto da tante piccole coetanee, con il tuo candore di ragazzina hai sconfitto i tuoi assassini,grazie Anna
Dal : "Diario di Anna Frank"
Ho letto questo libro quando avevo l'età della protagonista; ho vissuto la lettura come se avessi Anna accanto a me e l'ho considerata una mia cara amica. Devo a lei se poi ho iniziato a scrivere anch'io un ,diario.
Sabato, 20 giugno 1942
Per alcuni giorni non ho scritto nulla, perché prima ho voluto riflettere un poco su questa idea del diario. Per una come me, scrivere un diario fa un curioso effetto. Non soltanto perché non ho mai scritto, ma perché mi sembra che più tardi nè io nè altri potremo trovare interessanti gli sfoghi di una scolaretta di tredici anni. Però, a dire il vero, non è di questo che si tratta; a me piace scrivere e sopratutto aprire il mio cuore su ogni sorta di cose, a fondo e completamente.
"La carta è più paziente degli uomini",rimugino entro di me questa massima in una delle giornate un po' melanconiche mentre sedevo annoiata con la testa fra le mani, incerta se uscire o restare in casa, e finivo col rimanermene nello stesso posto a fantasticare. Proprio così, la carta è paziente, e siccome non ho affatto intenzione di far poi leggere ad altri questo quaderno rilegato di cartone che porta il pomposo nome di" diario", salvo il caso che mi capiti un giorno di trovare un amico o un'amica che siano veramente l'amico o l'amica, così la faccenda non riguarda che me.Eccomi al punto da cui ha preso origine quest'idea del diario:io non ho un'amica.
Per essere più chiara debbo aggiungere una spiegazione, giacché nessuno potrebbe credere che una ragazza di tredici anni sia sola al mondo.Neppur questo è vero: ho dei cari genitori e una sorella di sedici anni; conosco, tutto sommato, una trentina di ragazze di alcune delle quali potreste dire che sono mie amiche....Ho dei parenti, care zie e cari zii, un buon ambiente familiare; no, apparentemente non mi manca nulla, salvo l'amica. Con nessuno dei miei conoscenti posso far altro che chiacchierare, nè parlar d'altro che dei piccoli fatti quotidiani. Non c'è modo di diventar più intimi, ecco il punto. Forse questa mancanza di confidenza è colpa mia; comunque è una realtà ed è un peccato non poterci fare nulla. Perciò questo diario
Mia cara amica, il tuo diario è stato ed è letto da tante piccole coetanee, con il tuo candore di ragazzina hai sconfitto i tuoi assassini,grazie Anna
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